A partire dalla prima metà degli anni ottanta nella comunità della scienza cognitiva il computazionalismo è stato messo “sotto attacco” da parte di diversi critici di quelle impostazioni della scienza cognitiva che a partire da allora si sono dette “classiche” o “simboliche”. Da allora la comunità degli scienziati cognitivi si è divisa sui diversi “paradigmi” che di volta in volta sono stati opposti al computazionalismo (classico). Nel nostro intervento precisiamo in primo luogo che il computazionalismo non deve essere identificato con ciò che potremmo chiamare il “paradigma del computer”, ossia con la tesi secondo la quale la mente funzionerebbe “come un computer”. Le contrapposizioni sopra menzionate traggono parte della loro forza dall’identificare il computazionalismo con il paradigma del computer. Ossia, la loro plausibilità si basa sull’assumere come obiettivo polemico qualche visione ristretta del computazionalismo. Ciò può essere esemplificato discutendo alcune affermazioni di Tim van Gelder tese ad opporre l’impostazione computazionale a quella dinamicista. Riteniamo che possa essere chiarificatrice al proposito la distinzione di Marr tra spiegazioni al livello della teoria computazionale (livello 1) e al livello delle rappresentazioni e degli algoritmi (livello 2). Sulla base di questa distinzione, alcuni asseriti paradigmi alternativi al computazionalismo possono essere considerati consistenti con una teoria computazionale nel senso del livello 1 di Marr, ma risolversi in scelte differenti per quel che concerne gli algoritmi e le rappresentazioni (livello 2). Ad esempio, l’impostazione dinamicista tende a ritenere che il livello 2 sia prescindibile nelle spiegazioni cognitive.

Computationalism under attack

FRIXIONE, Marcello
2007-01-01

Abstract

A partire dalla prima metà degli anni ottanta nella comunità della scienza cognitiva il computazionalismo è stato messo “sotto attacco” da parte di diversi critici di quelle impostazioni della scienza cognitiva che a partire da allora si sono dette “classiche” o “simboliche”. Da allora la comunità degli scienziati cognitivi si è divisa sui diversi “paradigmi” che di volta in volta sono stati opposti al computazionalismo (classico). Nel nostro intervento precisiamo in primo luogo che il computazionalismo non deve essere identificato con ciò che potremmo chiamare il “paradigma del computer”, ossia con la tesi secondo la quale la mente funzionerebbe “come un computer”. Le contrapposizioni sopra menzionate traggono parte della loro forza dall’identificare il computazionalismo con il paradigma del computer. Ossia, la loro plausibilità si basa sull’assumere come obiettivo polemico qualche visione ristretta del computazionalismo. Ciò può essere esemplificato discutendo alcune affermazioni di Tim van Gelder tese ad opporre l’impostazione computazionale a quella dinamicista. Riteniamo che possa essere chiarificatrice al proposito la distinzione di Marr tra spiegazioni al livello della teoria computazionale (livello 1) e al livello delle rappresentazioni e degli algoritmi (livello 2). Sulla base di questa distinzione, alcuni asseriti paradigmi alternativi al computazionalismo possono essere considerati consistenti con una teoria computazionale nel senso del livello 1 di Marr, ma risolversi in scelte differenti per quel che concerne gli algoritmi e le rappresentazioni (livello 2). Ad esempio, l’impostazione dinamicista tende a ritenere che il livello 2 sia prescindibile nelle spiegazioni cognitive.
2007
9781402054433
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1738800
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact