Cavalleria e narrativa occitana

L’ideologia cortese che sottende la poesia dei trovatori è intimamente legata al sistema delle corti del sud della Francia, come dimostra anche l’impiego di una terminologia che si riferisce al servizio vassallatico. I diversi studi sul feudalesimo e, di riflesso, sulla cavalleria meridionali tendono, però, a sottolineare una diversa organizzazione sociale nel meridione e una minore penetrazione dell’etica cavalleresca. In questa comunicazione si tenterà di mostrare, attraverso l’analisi di due testi narrativi occitani in particolare, Jaufre e Daurel e Beton, che l’etica cavalleresca è ben presente agli autori meridionali, che anzi mettono in scena protagonisti le cui gesta si conformano alle regole della cavalleria. Ciononostante, sembrerebbe capire, che la cavalleria è qualcosa che riguarda di più i francesi. I protagonisti dei testi narrativi occitani sono sì capaci di essere cavalieri valorosi, ma sono più propensi a proporre modelli di comportamento cortesi, che si rifanno al mondo dei trovatori e alla cultura delle corti feudali del sud.