L’autrice ripercorre i tentativi di Carlo di Borbone per il rilancio degli scambi commerciali nel Mediterraneo nella seconda metà del Settecento attraverso fonti per lo più inedite, in particolare la corrispondenza Ludolf-Tanucci relativa agli anni 1755-1776, di notevole interesse per la disamina dei rapporti diplomatici e commerciali tra il Regno di Napoli e l’Impero ottomano. Una figura di certo centrale in quegli anni è quella dell’ambasciatore napoletano presso la Sublime Porta, Guglielmo Maurizio Ludolf, che escogitò svariati modi per l’incentivazione dei traffici con il Levante ottomano: fermamente convinto dell’importanza di una politica economica neo-mercantilista, egli sosteneva la necessità di regolamentare il commercio interno prima di dar vita ad un commercio di esportazione «che si faccia dal proprio suddito e colli propri bastimenti», nonché di favorire l’intraprendenza dei mercanti e l’incremento delle forze marittime. Nonostante gli sforzi compiuti dal diplomatico, che rivendicava la funzione fondamentale del commercio come strumento essenziale dello sviluppo economico, il Mezzogiorno non riuscì ad instaurare rapporti soddisfacenti con la Sublime Porta per la precaria condizione di Stato produttore di materie prime e esportatore di manufatti. L’ascesa di Ragusa, infatti, ostacolò le iniziative del Regno, incapace di contrastare la concorrenza della marina dalmata, che in poco tempo assunse il controllo del commercio di intermediazione tra Costantinopoli e i porti del Mediterraneo occidentale.

Projets commerciaux entre le Royaume de Naples et la Sublime Porte dans la seconde moitié du XVIII siècle

MAFRICI, Mirella Vera Antonia
2007-01-01

Abstract

L’autrice ripercorre i tentativi di Carlo di Borbone per il rilancio degli scambi commerciali nel Mediterraneo nella seconda metà del Settecento attraverso fonti per lo più inedite, in particolare la corrispondenza Ludolf-Tanucci relativa agli anni 1755-1776, di notevole interesse per la disamina dei rapporti diplomatici e commerciali tra il Regno di Napoli e l’Impero ottomano. Una figura di certo centrale in quegli anni è quella dell’ambasciatore napoletano presso la Sublime Porta, Guglielmo Maurizio Ludolf, che escogitò svariati modi per l’incentivazione dei traffici con il Levante ottomano: fermamente convinto dell’importanza di una politica economica neo-mercantilista, egli sosteneva la necessità di regolamentare il commercio interno prima di dar vita ad un commercio di esportazione «che si faccia dal proprio suddito e colli propri bastimenti», nonché di favorire l’intraprendenza dei mercanti e l’incremento delle forze marittime. Nonostante gli sforzi compiuti dal diplomatico, che rivendicava la funzione fondamentale del commercio come strumento essenziale dello sviluppo economico, il Mezzogiorno non riuscì ad instaurare rapporti soddisfacenti con la Sublime Porta per la precaria condizione di Stato produttore di materie prime e esportatore di manufatti. L’ascesa di Ragusa, infatti, ostacolò le iniziative del Regno, incapace di contrastare la concorrenza della marina dalmata, che in poco tempo assunse il controllo del commercio di intermediazione tra Costantinopoli e i porti del Mediterraneo occidentale.
2007
9782842698089
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