L’ipotesi intorno alla quale nasce e si sviluppa tutta la ricerca, nelle fasi definibili teorico-ermeneutiche come in quelle più squisitamente empirico-sperimentali, è quella di ritrovare nel gioco infantile lo spazio di formazione dell’io. Secondo tale ipotesi, per quanto attraverso percorsi identitari non sovrapponibili, gioco, sport e tifo contribuiscono in modo significativo, per tutta la vita, a costruire e rinforzare l’identità personale: gioco, sport e tifo sono, in qualche modo, costruttori d’identità. Se tutto origina dal gioco infantile, i possibili rischi degenerativi (oggi così evidentemente presenti soprattutto nel tifo calcistico) lasciano trapelare un eccessivo distanziamento proprio dal carattere autenticamente ludico delle relative manifestazioni. Il testo è suddiviso in due sezioni: nella prima vengono presentati alcuni saggi di approfondimento teorico intorno al nesso proposto; nella seconda vengono presentati i risultati statistici di una ricerca empirica che, letti e interpretati alla luce dell’ipotesi proposta, possano attivare un innovativo e capillare progetto educativo di prevenzione dei sempre più gravi episodi di violenza connessi al tifo; un progetto da attuarsi nei vari luoghi di aggregazione sportiva, anche in una prospettiva di lifelong learning. È per tale potenziale applicabilità operativa proponibile in vari luoghi sociali del quotidiano aggregativo, in contesti prevalentemente, ma non solo, sportivi, in contesti prevalentemente, ma non solo, evolutivi, che si definisce educativa la ricerca. Un programma di intervento preventivo capillare attraverso il quale favorire una crescente e allargata consapevolezza dei percorsi attraverso i quali ognuno costruisce la propria identità, un’alfabetizzazione, per così dire, identitaria, all’interno di un progetto di educazione relazionale può porsi come possibile concreta risposta della pedagogia a un bisogno sociale emergente e non tutto risolvibile all’interno di leggi e decreti ristrettivi.

Costruttori d'identità. Gioco Sport Tifo

CLARIZIA, Laura
2008-01-01

Abstract

L’ipotesi intorno alla quale nasce e si sviluppa tutta la ricerca, nelle fasi definibili teorico-ermeneutiche come in quelle più squisitamente empirico-sperimentali, è quella di ritrovare nel gioco infantile lo spazio di formazione dell’io. Secondo tale ipotesi, per quanto attraverso percorsi identitari non sovrapponibili, gioco, sport e tifo contribuiscono in modo significativo, per tutta la vita, a costruire e rinforzare l’identità personale: gioco, sport e tifo sono, in qualche modo, costruttori d’identità. Se tutto origina dal gioco infantile, i possibili rischi degenerativi (oggi così evidentemente presenti soprattutto nel tifo calcistico) lasciano trapelare un eccessivo distanziamento proprio dal carattere autenticamente ludico delle relative manifestazioni. Il testo è suddiviso in due sezioni: nella prima vengono presentati alcuni saggi di approfondimento teorico intorno al nesso proposto; nella seconda vengono presentati i risultati statistici di una ricerca empirica che, letti e interpretati alla luce dell’ipotesi proposta, possano attivare un innovativo e capillare progetto educativo di prevenzione dei sempre più gravi episodi di violenza connessi al tifo; un progetto da attuarsi nei vari luoghi di aggregazione sportiva, anche in una prospettiva di lifelong learning. È per tale potenziale applicabilità operativa proponibile in vari luoghi sociali del quotidiano aggregativo, in contesti prevalentemente, ma non solo, sportivi, in contesti prevalentemente, ma non solo, evolutivi, che si definisce educativa la ricerca. Un programma di intervento preventivo capillare attraverso il quale favorire una crescente e allargata consapevolezza dei percorsi attraverso i quali ognuno costruisce la propria identità, un’alfabetizzazione, per così dire, identitaria, all’interno di un progetto di educazione relazionale può porsi come possibile concreta risposta della pedagogia a un bisogno sociale emergente e non tutto risolvibile all’interno di leggi e decreti ristrettivi.
2008
9788895154589
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1850664
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