Alla fine degli anni ’20 del secolo scorso, si faceva strada l’idea che anche le proprietà psichiche – quali i valori, le opinioni e gli atteggiamenti – potevano essere concepite come dei continua, lungo i quali ogni individuo poteva occupare una precisa posizione, rilevabile attraverso una serie di stimoli-domande. In questo clima culturale e spinto dall’interesse verso le ricerche svolte nella metà dell’Ottocento da alcuni psicologi tedeschi – tra i quali G.T.F. Fechner, E.H. Weber e E.W. Wundt – sul funzionamento dei cinque sensi umani, Louis Leon Thurstone (Chicago 1887 – Chapel Hill 1955) giunse tra i primi a ritenere che per lo studio delle proprietà psichiche si potessero impiegare tecniche analoghe a quelle usate nelle scienze fisiche per rilevare le percezioni degli stimoli sensoriali. 1 Da quel momento stabilire in modo non arbitrario la posizione degli stimoli e “misurare” gli atteggiamenti divennero le due questioni principali a cui Thurstone dedicherà gran parte della propria attività scientifica.A ottanta anni di distanza, presentarne la traduzione integrale vuole sottolineare l’importanza teoretica e metodologica che, ancora oggi, tale contributo ricopre all’interno del processo di costruzione e di incremento della tecnica delle scale nelle scienze sociali. Le riflessioni epistemologiche e metodologiche di Thurstone sull’argomento rappresentano, senza dubbio, le fondamenta su cui si è sviluppato lo scaling: in primo luogo hanno aperto la strada agli studi nel settore, proponendo per la prima volta una soluzione al problema di come “misurare” gli atteggiamenti; in secondo luogo, hanno offerto modelli che sono, ancora oggi, alla base dei numerosi procedimenti “tradizionali” di scaling unidimensionale.
Gli atteggiamenti si possono misurare
DIANA, Paolo
2008-01-01
Abstract
Alla fine degli anni ’20 del secolo scorso, si faceva strada l’idea che anche le proprietà psichiche – quali i valori, le opinioni e gli atteggiamenti – potevano essere concepite come dei continua, lungo i quali ogni individuo poteva occupare una precisa posizione, rilevabile attraverso una serie di stimoli-domande. In questo clima culturale e spinto dall’interesse verso le ricerche svolte nella metà dell’Ottocento da alcuni psicologi tedeschi – tra i quali G.T.F. Fechner, E.H. Weber e E.W. Wundt – sul funzionamento dei cinque sensi umani, Louis Leon Thurstone (Chicago 1887 – Chapel Hill 1955) giunse tra i primi a ritenere che per lo studio delle proprietà psichiche si potessero impiegare tecniche analoghe a quelle usate nelle scienze fisiche per rilevare le percezioni degli stimoli sensoriali. 1 Da quel momento stabilire in modo non arbitrario la posizione degli stimoli e “misurare” gli atteggiamenti divennero le due questioni principali a cui Thurstone dedicherà gran parte della propria attività scientifica.A ottanta anni di distanza, presentarne la traduzione integrale vuole sottolineare l’importanza teoretica e metodologica che, ancora oggi, tale contributo ricopre all’interno del processo di costruzione e di incremento della tecnica delle scale nelle scienze sociali. Le riflessioni epistemologiche e metodologiche di Thurstone sull’argomento rappresentano, senza dubbio, le fondamenta su cui si è sviluppato lo scaling: in primo luogo hanno aperto la strada agli studi nel settore, proponendo per la prima volta una soluzione al problema di come “misurare” gli atteggiamenti; in secondo luogo, hanno offerto modelli che sono, ancora oggi, alla base dei numerosi procedimenti “tradizionali” di scaling unidimensionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.