Per il senso comune anacronismo è l’errore cronologico per il quale si pongono certi fatti in tempi in cui non sono avvenuti ovvero si attribuiscono a un’età istituti, idee o costumi discordanti dal quadro storico di essa. Si evidenza un conflitto tra ‘fatto’ e ‘tempo’. Nel fenomeno giuridico l’anacronismo si manifesta allorché la norma si presenta in contrasto con l’evoluzione dell’ordinamento giuridico, una circostanza, questa, che può condurre sino all’illegittimità sopravvenuta del dato normativo. Il contributo in oggetto s’incentra, pertanto, sull’osservazione delle conseguenze del fluire temporale sugli istituti giuridici. Luogo privilegiato dell’osservazione è la giurisprudenza della Corte costituzionale. Dall’indagine di quest’ultima si è avuto modo di accertare la poliedricità del fenomeno in esame, il quale ricorre nelle pronunce della Consulta con forme e caratteri diversi (definibili in termini di anacronismo «fattuale» ovvero di anacronismo «manifestamente valutativo»). Ne è derivata, altresì, l’esigenza di distinguere l’anacronismo legislativo dall’omissione legislativa ovvero dalla lacuna legislativa, nonché dall’eterogenesi dei fini, la quale, a differenza dell’anacronismo legislativo, è un fenomeno fisiologico dell’interpretazione. In buona sostanza, quanto indagato ha concesso di giustappore adeguatamente il rapporto tra tempo e diritto, sì da evidenziare l’importanza di una profonda consapevolezza circa la dinamicità dell’ordinamento giuridico quale condizione essenziale per una corretta interpretazione dei fenomeni giuridici.
L'anacronismo legislativo nella giurisprudenza della Corte costituzionale
D'AMBROSIO, Marcello
2006
Abstract
Per il senso comune anacronismo è l’errore cronologico per il quale si pongono certi fatti in tempi in cui non sono avvenuti ovvero si attribuiscono a un’età istituti, idee o costumi discordanti dal quadro storico di essa. Si evidenza un conflitto tra ‘fatto’ e ‘tempo’. Nel fenomeno giuridico l’anacronismo si manifesta allorché la norma si presenta in contrasto con l’evoluzione dell’ordinamento giuridico, una circostanza, questa, che può condurre sino all’illegittimità sopravvenuta del dato normativo. Il contributo in oggetto s’incentra, pertanto, sull’osservazione delle conseguenze del fluire temporale sugli istituti giuridici. Luogo privilegiato dell’osservazione è la giurisprudenza della Corte costituzionale. Dall’indagine di quest’ultima si è avuto modo di accertare la poliedricità del fenomeno in esame, il quale ricorre nelle pronunce della Consulta con forme e caratteri diversi (definibili in termini di anacronismo «fattuale» ovvero di anacronismo «manifestamente valutativo»). Ne è derivata, altresì, l’esigenza di distinguere l’anacronismo legislativo dall’omissione legislativa ovvero dalla lacuna legislativa, nonché dall’eterogenesi dei fini, la quale, a differenza dell’anacronismo legislativo, è un fenomeno fisiologico dell’interpretazione. In buona sostanza, quanto indagato ha concesso di giustappore adeguatamente il rapporto tra tempo e diritto, sì da evidenziare l’importanza di una profonda consapevolezza circa la dinamicità dell’ordinamento giuridico quale condizione essenziale per una corretta interpretazione dei fenomeni giuridici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.