Il lavoro porta l’attenzione sulle problematiche legate all’organizzazione delle officine ateniesi e alla circolazione di questi prodotti nei contesti occidentali, che suggerisce una specializzazione di prodotti destinati a mercati diversi. Un contributo a queste problematiche viene dall’analisi delle ceramiche attiche rinvenute in contesto; in particolare si analizza il contesto di Pontecagnano dove i vasi attici segnano le sepolture emergenti, ricompongono servizi e selezionano temi e forme in relazione a gerarchie sociali, genere e classi di età. A Rufrae, al contrario, la ceramica attica si configura come un elemento di discontinuità e sottolinea intorno alla metà del V secolo a.C. l’emergere delle aristocrazie campane che si rappresentano anche attraverso la scelta dei temi. Il rinvenimento nelle sepolture di questo centro di vasi con particolari iconografie e stile composito ripropone il problema della nascita delle officine di ceramiche a figure rosse in area campana, lasciando intravedere come all’interno di queste si fondono e rielaborano linguaggi della tradizione attica e moduli propri della ceramica campana a figure nere. All’interno di questo quadro culturale complesso si affronta il problema più ampio della nascita delle officine di ceramica a figure rosse nei centri greci ed indigeni dell’Italia meridionale e della Sicilia. Il confronto tra i vasi italioti e temi e stili riferibili a produzioni attiche di diverse officine sembra delineare nel corso della seconda metà del V secolo un sistema di produzioni che, ispirate ad una pluralità di modelli attici, danno vita a più botteghe e corrispondono a stili regionali diversificati. Solo sullo scorcio dello stesso secolo tali esperienze acquisiscono una fisionomia meglio definita e caratterizzano maggiormente il proprio linguaggio formale e compositivo collegandosi in maniera diretta ai centri sanniti e lucani della Campania tirrenica, dove era già consolidata una tradizione locale.

Le produzioni di ceramiche a figure rosse nell'area tirrenica: dalla ricezione di moduli stilistici e iconografici della ceramica attica all'elaborazione di linguaggi autonomi

MUGIONE, Eliana
2008-01-01

Abstract

Il lavoro porta l’attenzione sulle problematiche legate all’organizzazione delle officine ateniesi e alla circolazione di questi prodotti nei contesti occidentali, che suggerisce una specializzazione di prodotti destinati a mercati diversi. Un contributo a queste problematiche viene dall’analisi delle ceramiche attiche rinvenute in contesto; in particolare si analizza il contesto di Pontecagnano dove i vasi attici segnano le sepolture emergenti, ricompongono servizi e selezionano temi e forme in relazione a gerarchie sociali, genere e classi di età. A Rufrae, al contrario, la ceramica attica si configura come un elemento di discontinuità e sottolinea intorno alla metà del V secolo a.C. l’emergere delle aristocrazie campane che si rappresentano anche attraverso la scelta dei temi. Il rinvenimento nelle sepolture di questo centro di vasi con particolari iconografie e stile composito ripropone il problema della nascita delle officine di ceramiche a figure rosse in area campana, lasciando intravedere come all’interno di queste si fondono e rielaborano linguaggi della tradizione attica e moduli propri della ceramica campana a figure nere. All’interno di questo quadro culturale complesso si affronta il problema più ampio della nascita delle officine di ceramica a figure rosse nei centri greci ed indigeni dell’Italia meridionale e della Sicilia. Il confronto tra i vasi italioti e temi e stili riferibili a produzioni attiche di diverse officine sembra delineare nel corso della seconda metà del V secolo un sistema di produzioni che, ispirate ad una pluralità di modelli attici, danno vita a più botteghe e corrispondono a stili regionali diversificati. Solo sullo scorcio dello stesso secolo tali esperienze acquisiscono una fisionomia meglio definita e caratterizzano maggiormente il proprio linguaggio formale e compositivo collegandosi in maniera diretta ai centri sanniti e lucani della Campania tirrenica, dove era già consolidata una tradizione locale.
2008
9788890360718
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