Il desiderio preso per la coda è un testo teatrale scritto da Pablo Picasso nel 1941 che costituisce un particolare momento della vita dell’artista catalano, ovvero, un esempio che si presenta al contempo come opera prima e come testamento poetico. Nel 1985 Falso Movimento, formazione napoletana di teatro sperimentale diretta da Mario Martone, ne realizza una singolare versione che umanizza il testo picassiano in un autentico “personaggio” da inserire in un dramma originale e del tutto indipendente dalla fonte. La tensione continua alla sperimentazione spinge Falso Movimento verso una traiettoria scenica dai confini indefiniti nella quale si interfacciano le esperienze maturate nel lavoro di scrittura scenica condotto sul paesaggio metropolitano. Un bagaglio che, dopo esempi di estrema e radicale definizione di un teatro scritto direttamente sulla scena con elementi distintivi dell’arte e del quotidiano, può approdare alla scrittura verbale senza per questo subirne l’egemonia. In tal senso il percorso Il desiderio preso per la coda, tanto in Picasso quanto nell’elaborazione di Martone, offre la possibilità di affrontare l’elemento del racconto oltre le possibilità concesse dalla parola, grazie ai linguaggi di tutte le arti. Falso Movimento, inoltre, conferma un’assunzione semiotica che ha già interiorizzato, con l’intensa esperienza del mediateatro, la consapevolezza del cambiamento prospettico provocato dai nuovi sistemi di comunicazione e ne ha assimilato le caratteristiche in una personale grammatica scenica.
Il desiderio preso per la coda. Da Picasso a Falso Movimento
SAPIENZA, Annamaria
2008
Abstract
Il desiderio preso per la coda è un testo teatrale scritto da Pablo Picasso nel 1941 che costituisce un particolare momento della vita dell’artista catalano, ovvero, un esempio che si presenta al contempo come opera prima e come testamento poetico. Nel 1985 Falso Movimento, formazione napoletana di teatro sperimentale diretta da Mario Martone, ne realizza una singolare versione che umanizza il testo picassiano in un autentico “personaggio” da inserire in un dramma originale e del tutto indipendente dalla fonte. La tensione continua alla sperimentazione spinge Falso Movimento verso una traiettoria scenica dai confini indefiniti nella quale si interfacciano le esperienze maturate nel lavoro di scrittura scenica condotto sul paesaggio metropolitano. Un bagaglio che, dopo esempi di estrema e radicale definizione di un teatro scritto direttamente sulla scena con elementi distintivi dell’arte e del quotidiano, può approdare alla scrittura verbale senza per questo subirne l’egemonia. In tal senso il percorso Il desiderio preso per la coda, tanto in Picasso quanto nell’elaborazione di Martone, offre la possibilità di affrontare l’elemento del racconto oltre le possibilità concesse dalla parola, grazie ai linguaggi di tutte le arti. Falso Movimento, inoltre, conferma un’assunzione semiotica che ha già interiorizzato, con l’intensa esperienza del mediateatro, la consapevolezza del cambiamento prospettico provocato dai nuovi sistemi di comunicazione e ne ha assimilato le caratteristiche in una personale grammatica scenica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.