Il testo è il risultato di una ricerca svolta nel periodo immediatamente successivo alla frana di Sarno (sei giorni dopo l’impatto), in cui persero la vita 143 persone. Vittime che, da una ricostruzione successiva, avrebbero potuto essere evitate se solo fossero stati interpretati correttamente i segnali di rischio, precedenti la catastrofe. Un lavoro che ha voluto mettere in evidenza quanto le rappresentazioni culturali e il rapporto con l’ambiente naturale e creato variano da comunità e comunità, ancorandosi all’organizzazione che gli uomini stabiliscono con un territorio. Il capitolo Ecologia dell’identità collettiva. Le trasformazioni della relazione uomo-natura, di cui si occupa Rossella Trapanese, spiega come i cittadini della parte storica di Sarno, Episcopio, erano sottoposti continuamente a smottamenti di terreno che si manifestavano nel periodo delle piogge, portando a valle melma e detriti. Pertanto, si sottoponevano quasi quotidianamente al rischio di subire le conseguenze di una frana. Inoltre, modificando l’ecosistema e la relazione uomo natura e costruendo nel corso degli anni ai margine o sopra i fiumi, che fungevano da canali di scolo, tali cittadini avevano aumentato le possibilità di rischio a cui si sottoponevano e, naturalmente, anche le possibilità di subire delle inondazioni con successiva catastrofe, più volte annunciata. Tutto ciò comporta una diversa valutazione di atteggiamenti e comportamenti pubblici e privati. Dalle interviste emergeva che il rapporto con il futuro era tutto da ridefinire in quanto le persone coinvolte dal disastro avrebbero dovuto non solo superare emotivamente lo stato di disagio e dolore, ma ri-mettere ordine nella propria concezione del mondo, modificando i modelli interpretativi.
Ecologia dell’identità collettiva. Le trasformazioni della relazione uomo-natura,
TRAPANESE, Rossella
2003
Abstract
Il testo è il risultato di una ricerca svolta nel periodo immediatamente successivo alla frana di Sarno (sei giorni dopo l’impatto), in cui persero la vita 143 persone. Vittime che, da una ricostruzione successiva, avrebbero potuto essere evitate se solo fossero stati interpretati correttamente i segnali di rischio, precedenti la catastrofe. Un lavoro che ha voluto mettere in evidenza quanto le rappresentazioni culturali e il rapporto con l’ambiente naturale e creato variano da comunità e comunità, ancorandosi all’organizzazione che gli uomini stabiliscono con un territorio. Il capitolo Ecologia dell’identità collettiva. Le trasformazioni della relazione uomo-natura, di cui si occupa Rossella Trapanese, spiega come i cittadini della parte storica di Sarno, Episcopio, erano sottoposti continuamente a smottamenti di terreno che si manifestavano nel periodo delle piogge, portando a valle melma e detriti. Pertanto, si sottoponevano quasi quotidianamente al rischio di subire le conseguenze di una frana. Inoltre, modificando l’ecosistema e la relazione uomo natura e costruendo nel corso degli anni ai margine o sopra i fiumi, che fungevano da canali di scolo, tali cittadini avevano aumentato le possibilità di rischio a cui si sottoponevano e, naturalmente, anche le possibilità di subire delle inondazioni con successiva catastrofe, più volte annunciata. Tutto ciò comporta una diversa valutazione di atteggiamenti e comportamenti pubblici e privati. Dalle interviste emergeva che il rapporto con il futuro era tutto da ridefinire in quanto le persone coinvolte dal disastro avrebbero dovuto non solo superare emotivamente lo stato di disagio e dolore, ma ri-mettere ordine nella propria concezione del mondo, modificando i modelli interpretativi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.