Nella Roma a cavallo tra ‘400 e ‘500 Giovanni Lorenzi fu personaggio di non scarso rilievo, se arrivò a ricoprire le funzioni di bibliotecario pontificio. La sua attività di traduttore dal greco in latino ne fa un intellettuale di punta con relazioni e influenze molteplici. Plutarco è l’autore che maggiormente lo impegna. In questo saggio è affrontata la questione della tecnica versoria di Lorenzi ai fini della costituzione del testo dei Praecepta bonae valitudinis, un diffuso opuscolo appunto del Cheronese. L’indagine, muovendo da un’attenta disamina dei testimoni, individua nel criterio traduttivo di Lorenzi un equilibrato utilizzo di ambedue le tecniche in discussione tra gli esperti, cioè ad sensum e ad verbum.
Preliminari per l’edizione critica dell’opuscolo plutarcheo dei Praecepta bonae valitudinis di Giovanni Lorenzi (1440- 1501)
CHIRICO, IRENE
2009
Abstract
Nella Roma a cavallo tra ‘400 e ‘500 Giovanni Lorenzi fu personaggio di non scarso rilievo, se arrivò a ricoprire le funzioni di bibliotecario pontificio. La sua attività di traduttore dal greco in latino ne fa un intellettuale di punta con relazioni e influenze molteplici. Plutarco è l’autore che maggiormente lo impegna. In questo saggio è affrontata la questione della tecnica versoria di Lorenzi ai fini della costituzione del testo dei Praecepta bonae valitudinis, un diffuso opuscolo appunto del Cheronese. L’indagine, muovendo da un’attenta disamina dei testimoni, individua nel criterio traduttivo di Lorenzi un equilibrato utilizzo di ambedue le tecniche in discussione tra gli esperti, cioè ad sensum e ad verbum.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.