Dopo la rivoluzione francese, il controllo sulla stampa non è più solo finalizzato alla repressione delle idee che andavano contro la moralità o la religione, né vuole vigilare ed orientare il pensiero per guadagnarsi il consenso dell’opinione pubblica. Diventa piuttosto un’azione di polizia diretta al mantenimento dell’ordine pubblico, le sue attribuzioni perciò passarono al Ministero di Polizia. Questo orientamento, introdotto dalle riforme napoleoniche, resterà invariato anche con la restaurazione borbonica. Si esaminano nel saggio l’avvicendarsi di norme e pratiche censorie, tendenti a limitare la stampa, interrotte dai momenti in cui le rivolte del risorgimento riuscirono ad imporre, anche se per brevi periodi, una sia pur parziale libertà di stampa.
La censura libraria a Napoli nel periodo risorgimentale
NAPOLI, Maria Consiglia
2007
Abstract
Dopo la rivoluzione francese, il controllo sulla stampa non è più solo finalizzato alla repressione delle idee che andavano contro la moralità o la religione, né vuole vigilare ed orientare il pensiero per guadagnarsi il consenso dell’opinione pubblica. Diventa piuttosto un’azione di polizia diretta al mantenimento dell’ordine pubblico, le sue attribuzioni perciò passarono al Ministero di Polizia. Questo orientamento, introdotto dalle riforme napoleoniche, resterà invariato anche con la restaurazione borbonica. Si esaminano nel saggio l’avvicendarsi di norme e pratiche censorie, tendenti a limitare la stampa, interrotte dai momenti in cui le rivolte del risorgimento riuscirono ad imporre, anche se per brevi periodi, una sia pur parziale libertà di stampa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.