Partendo dagli scritti d’estetica di Dostoevskij e mettendo a confronto riflessioni estetiche russe e italiane il saggio ricostruisce il dibattito ottocentesco sul realismo pittorico e le speculazioni sulla figura umana-divina di Cristo, originato dalla coeva pubblicazione delle “Vite di Gesù” di Renan e Strauss. In particolare esamina lo scritto di Dostoevskij “A proposito dell’esposizione”, in cui lo scrittore – recensendo una esposizione di pittura russa del 1873 – ribadisce il proprio concetto di realismo, fustiga la tendenziosità in arte e contrappone al Cristo di Nikolaj Ge, il quale aveva suscitato molto scalpore in quegli anni dipingendo una “Ultima cena” come “una comune disputa di persone assai comuni”, il “Cristo con la moneta” di Tiziano. Nella ricostruzione del dibattito sull’iconografia del Cristo sono riprese le posizioni di Saltykov-Scedrin, Goncarov ed altri scrittori russi e collegate alla discussione filosofico-culturale sul realismo nelle arti figurative, che si avviò in Italia dopo l’Unità, coinvolgendo artisti e scrittori e promuovendo un profondo rinnovamento artistico. In questo contesto – per l’affinità tematica con le coeve ricerche degli artisti russi e l’attenzione ai temi cristologici – è analizzata l’opera di Domenico Morelli (Napoli 1823-1901), caposcuola della pittura storica napoletana del secondo Ottocento e significativo protagonista della cultura figurativa post-risorgimentale.
"Chudozestvennaja pravda est' prjamaja cel' iskusstva": biblejskie sjuzety v chudozestvennoj mysli Italii i Rossii("La verità artistica è lo scopo principale dell'arte": la tematica biblica nel pensiero estetico italiano e russo)
D'AMELIA, Antonella
2009-01-01
Abstract
Partendo dagli scritti d’estetica di Dostoevskij e mettendo a confronto riflessioni estetiche russe e italiane il saggio ricostruisce il dibattito ottocentesco sul realismo pittorico e le speculazioni sulla figura umana-divina di Cristo, originato dalla coeva pubblicazione delle “Vite di Gesù” di Renan e Strauss. In particolare esamina lo scritto di Dostoevskij “A proposito dell’esposizione”, in cui lo scrittore – recensendo una esposizione di pittura russa del 1873 – ribadisce il proprio concetto di realismo, fustiga la tendenziosità in arte e contrappone al Cristo di Nikolaj Ge, il quale aveva suscitato molto scalpore in quegli anni dipingendo una “Ultima cena” come “una comune disputa di persone assai comuni”, il “Cristo con la moneta” di Tiziano. Nella ricostruzione del dibattito sull’iconografia del Cristo sono riprese le posizioni di Saltykov-Scedrin, Goncarov ed altri scrittori russi e collegate alla discussione filosofico-culturale sul realismo nelle arti figurative, che si avviò in Italia dopo l’Unità, coinvolgendo artisti e scrittori e promuovendo un profondo rinnovamento artistico. In questo contesto – per l’affinità tematica con le coeve ricerche degli artisti russi e l’attenzione ai temi cristologici – è analizzata l’opera di Domenico Morelli (Napoli 1823-1901), caposcuola della pittura storica napoletana del secondo Ottocento e significativo protagonista della cultura figurativa post-risorgimentale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.