Il lavoro si inserisce nel rinnovato interesse storiografico per il Decennio francese, focalizzato sull’analisi dell’organizzazione dello Stato e delle sue strutture amministrative e dalla riconsiderazione di tradizionali categorie storiografiche, quali le opposizioni “frattura/continuità”, “innovazione/resistenza”, “accentramento/decentramento”, rivalutate in un’ottica di complementarità. Il concetto di “modernizzazione”, largamente adoperato negli scritti sul Decennio, anche se oggetto di discussione riguardo alla sua sfera semantica, è qui accolto per quanto attiene alla capacità di definire il sistematico progetto francese di riformulare su basi nuove il rapporto tra il centro e le periferie, di rideterminare il ruolo e le funzioni degli amministratori e dei gruppi dirigenti, di liquidare il pluralismo giurisdizionale e l’arretratezza legislativo-giudiziaria d’antico regime. L’attenzione della storiografia per l’evoluzione e la partecipazione delle élites locali al governo durante l’esperienza del Decennio ha mitigato l’accentuazione del carattere autoritario, verticistico e fagocitante della politica adottata dai Napoleonidi in Italia – e negli altri Stati satelliti –, lasciando emergere, al di là delle inevitabili resistenze ad un disegno palesemente accentratore, la maturazione nel tessuto sociale di una inedita cultura della pubblica amministrazione, di nuove dinamiche di mediazione tra il potere centrale e le rappresentanze periferiche, di forme moderne di governo del territorio e di rapporto tra lo Stato e la società, all’interno dell’assetto imperiale napoleonide in un’ottica “sistemica”, che, con l’obiettivo dell’omogeneizzazione legislativa e burocratica, pur generatrice di forti tensioni, avrebbe prodotto tanto il radicamento nazionale quanto una dimensione internazionale. Il percorso uniformante non poté fare a meno di ricorrere ad opportuni adattamenti e mediazioni nell’impatto con le concrete realtà territoriali, sulle quali si incentra il fulcro del presente lavoro. In particolare, l’interesse per la città di Benevento trae origine dalla peculiarità delle vicende politico-diplomatiche che la coinvolsero, perché in tale periodo per la città si riconfermò un plurisecolare destino di isolamento ed anomalia nel contesto del Regno meridionale, pur nel tentativo degli occupatori francesi di attuare uno svecchiamento dell’arretrato impianto socio-istituzionale. L’anomalia fu costituita dall’esclusione di Benevento dal Regno di Napoli, mediante la sua designazione a “feudo diretto dell’Impero francese”. Durante la dominazione francese, la città fu retta da un giovane governatore, Louis De Beer, che si prodigherà con impegno, nonostante la difficoltà a circondarsi di collaboratori competenti, la scarsa partecipazione della nobiltà ai progetti di rinnovamento introdotti dal nuovo regime, la presenza di una borghesia colta ma improduttiva. Il clima politico beneventano sarà connotato da un’opposizione bipartita tra gli esigui legittimisti pontifici e i numerosi fautori filo-borbonici, alimentati da aspirazioni annessionistiche al circostante Regno. Nonostante gli innovativi provvedimenti apportati dal nuovo Statuto Costituzionale e le riforme nel campo delle professioni e della promozione dell’imprenditoria, il bilancio dell’esperienza napoleonica per il territorio beneventano fa registrare l’innegabile opportunità offerta ai ceti in ascesa di maturare una autocoscienza e un senso civico, anche se proprio l’isolamento dell’enclave dal contesto napoletano impedirà alle nuove élites di governo beneventane di confrontarsi ed integrarsi nella rete istituzionale ed amministrativa di respiro provinciale ed interprovinciale messa a punto per il Regno di Napoli, nella più vasta ottica dell’impero.

Il governo di Louis De Beer nel principato beneventano del Talleyrand: tra resistenze e modernizzazione

NOTO, Maria Anna
2009-01-01

Abstract

Il lavoro si inserisce nel rinnovato interesse storiografico per il Decennio francese, focalizzato sull’analisi dell’organizzazione dello Stato e delle sue strutture amministrative e dalla riconsiderazione di tradizionali categorie storiografiche, quali le opposizioni “frattura/continuità”, “innovazione/resistenza”, “accentramento/decentramento”, rivalutate in un’ottica di complementarità. Il concetto di “modernizzazione”, largamente adoperato negli scritti sul Decennio, anche se oggetto di discussione riguardo alla sua sfera semantica, è qui accolto per quanto attiene alla capacità di definire il sistematico progetto francese di riformulare su basi nuove il rapporto tra il centro e le periferie, di rideterminare il ruolo e le funzioni degli amministratori e dei gruppi dirigenti, di liquidare il pluralismo giurisdizionale e l’arretratezza legislativo-giudiziaria d’antico regime. L’attenzione della storiografia per l’evoluzione e la partecipazione delle élites locali al governo durante l’esperienza del Decennio ha mitigato l’accentuazione del carattere autoritario, verticistico e fagocitante della politica adottata dai Napoleonidi in Italia – e negli altri Stati satelliti –, lasciando emergere, al di là delle inevitabili resistenze ad un disegno palesemente accentratore, la maturazione nel tessuto sociale di una inedita cultura della pubblica amministrazione, di nuove dinamiche di mediazione tra il potere centrale e le rappresentanze periferiche, di forme moderne di governo del territorio e di rapporto tra lo Stato e la società, all’interno dell’assetto imperiale napoleonide in un’ottica “sistemica”, che, con l’obiettivo dell’omogeneizzazione legislativa e burocratica, pur generatrice di forti tensioni, avrebbe prodotto tanto il radicamento nazionale quanto una dimensione internazionale. Il percorso uniformante non poté fare a meno di ricorrere ad opportuni adattamenti e mediazioni nell’impatto con le concrete realtà territoriali, sulle quali si incentra il fulcro del presente lavoro. In particolare, l’interesse per la città di Benevento trae origine dalla peculiarità delle vicende politico-diplomatiche che la coinvolsero, perché in tale periodo per la città si riconfermò un plurisecolare destino di isolamento ed anomalia nel contesto del Regno meridionale, pur nel tentativo degli occupatori francesi di attuare uno svecchiamento dell’arretrato impianto socio-istituzionale. L’anomalia fu costituita dall’esclusione di Benevento dal Regno di Napoli, mediante la sua designazione a “feudo diretto dell’Impero francese”. Durante la dominazione francese, la città fu retta da un giovane governatore, Louis De Beer, che si prodigherà con impegno, nonostante la difficoltà a circondarsi di collaboratori competenti, la scarsa partecipazione della nobiltà ai progetti di rinnovamento introdotti dal nuovo regime, la presenza di una borghesia colta ma improduttiva. Il clima politico beneventano sarà connotato da un’opposizione bipartita tra gli esigui legittimisti pontifici e i numerosi fautori filo-borbonici, alimentati da aspirazioni annessionistiche al circostante Regno. Nonostante gli innovativi provvedimenti apportati dal nuovo Statuto Costituzionale e le riforme nel campo delle professioni e della promozione dell’imprenditoria, il bilancio dell’esperienza napoleonica per il territorio beneventano fa registrare l’innegabile opportunità offerta ai ceti in ascesa di maturare una autocoscienza e un senso civico, anche se proprio l’isolamento dell’enclave dal contesto napoletano impedirà alle nuove élites di governo beneventane di confrontarsi ed integrarsi nella rete istituzionale ed amministrativa di respiro provinciale ed interprovinciale messa a punto per il Regno di Napoli, nella più vasta ottica dell’impero.
2009
9788872285596
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2287421
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact