L'elaborazione dell'esperienza della Shoah da parte di chi è sopravvissuto è al cuore di "Falsch" (1981), pièce incompiuta di R. Kalisky. In essa, l’ultimo discendente di una famiglia ebrea berlinese si ricongiunge ai suoi cari già scomparsi in un “altrove” al di là del tempo e dello spazio quotidiani. Il drammatico confronto tra chi è perito nei campi di sterminio e chi è riuscito a salvarsi s’intreccia alla necessità di fare i conti con le scelte operate nel passato e soprattutto con la necessità struggente di recuperare un’unità dell’esperienza con chi ha subito la Shoah per poterne tramandare la memoria. In questo senso “Falsch” rivela come all'arte sia possibile trasgredire l'irreversibilità del tempo propria dell'esperienza del rimpianto e costituisce una meditazione originale sui mezzi propri della creazione artistica, in particolare la drammaturgia, a infrangere le normali categorie spazio-temporali.
Regretter au-delà du temps:Falsch de René Kalisky
SILVESTRI, AGNESE
2009
Abstract
L'elaborazione dell'esperienza della Shoah da parte di chi è sopravvissuto è al cuore di "Falsch" (1981), pièce incompiuta di R. Kalisky. In essa, l’ultimo discendente di una famiglia ebrea berlinese si ricongiunge ai suoi cari già scomparsi in un “altrove” al di là del tempo e dello spazio quotidiani. Il drammatico confronto tra chi è perito nei campi di sterminio e chi è riuscito a salvarsi s’intreccia alla necessità di fare i conti con le scelte operate nel passato e soprattutto con la necessità struggente di recuperare un’unità dell’esperienza con chi ha subito la Shoah per poterne tramandare la memoria. In questo senso “Falsch” rivela come all'arte sia possibile trasgredire l'irreversibilità del tempo propria dell'esperienza del rimpianto e costituisce una meditazione originale sui mezzi propri della creazione artistica, in particolare la drammaturgia, a infrangere le normali categorie spazio-temporali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.