SOMMARIO In questo lavoro è riportato lo studio condotto, in qualità di periti del Pubblico Ministero, a seguito dell’esplosione e del successivo incendio che causò la morte di 4 operai. L’incidente ebbe luogo nel parco serbatoi di un impianto di raffinazione di olio di sansa grezzo per la produzione di olio edibile, mentre 5 operai stavano realizzando una struttura con passerelle sul tetto dei serbatoi per la loro ispezione. A seguito della prima esplosione, che riguardò uno dei serbatoi della capacità di circa 650 m3, si ebbe un incendio tipo “flash fire” con la propagazione delle fiamme ai serbatoi vicini. Dopo circa un’ora vi furono due ulteriori deflagrazioni all’interno rispettivamente del serbatoio n°94 prima e del n°93 poi, la parte cilindrica dei quali fu proiettata a circa 60 e 80 m di distanza rispettivamente. La rottura dei serbatoi provocò l’ulteriore sversamento d’olio che alimentò l’incendio estendendolo a tutto il parco serbatoi. L’esplosione scaraventò a terra i quattro operatori uccidendoli, mentre solo il quinto operaio che non era sul tetto dei serbatoi non riportò ferite. L’esplosione fu causata dai vapori infiammabili rilasciati dall’olio di sansa di grezzo, ottenuto per estrazione con esano dalla sansa di olive. Infatti, come è risultato dalle misure condotte su campioni di olio sequestrato durante l’indagine, per alcuni campioni il contenuto di esano era inconsuetamente elevato e il flash point, ad esso correlato, relativamente basso. In particolare, sono stati misurati valori di flash point di 18.5°C e più del 20% dei campioni è risultato infiammabile. Questo caso di studio pone un serio problema, in quanto l’olio di oliva di sansa grezzo e trattato, immagazzinato e trasportato come un prodotto edibile e non è considerato infiammabile, non tenendo in conto il contenuto residuo di esano che può essere presente nell’olio dopo la fase di estrazione.

Multiple tank explosion of pomace oil reservoirs

RUSSO, Paola;
2009-01-01

Abstract

SOMMARIO In questo lavoro è riportato lo studio condotto, in qualità di periti del Pubblico Ministero, a seguito dell’esplosione e del successivo incendio che causò la morte di 4 operai. L’incidente ebbe luogo nel parco serbatoi di un impianto di raffinazione di olio di sansa grezzo per la produzione di olio edibile, mentre 5 operai stavano realizzando una struttura con passerelle sul tetto dei serbatoi per la loro ispezione. A seguito della prima esplosione, che riguardò uno dei serbatoi della capacità di circa 650 m3, si ebbe un incendio tipo “flash fire” con la propagazione delle fiamme ai serbatoi vicini. Dopo circa un’ora vi furono due ulteriori deflagrazioni all’interno rispettivamente del serbatoio n°94 prima e del n°93 poi, la parte cilindrica dei quali fu proiettata a circa 60 e 80 m di distanza rispettivamente. La rottura dei serbatoi provocò l’ulteriore sversamento d’olio che alimentò l’incendio estendendolo a tutto il parco serbatoi. L’esplosione scaraventò a terra i quattro operatori uccidendoli, mentre solo il quinto operaio che non era sul tetto dei serbatoi non riportò ferite. L’esplosione fu causata dai vapori infiammabili rilasciati dall’olio di sansa di grezzo, ottenuto per estrazione con esano dalla sansa di olive. Infatti, come è risultato dalle misure condotte su campioni di olio sequestrato durante l’indagine, per alcuni campioni il contenuto di esano era inconsuetamente elevato e il flash point, ad esso correlato, relativamente basso. In particolare, sono stati misurati valori di flash point di 18.5°C e più del 20% dei campioni è risultato infiammabile. Questo caso di studio pone un serio problema, in quanto l’olio di oliva di sansa grezzo e trattato, immagazzinato e trasportato come un prodotto edibile e non è considerato infiammabile, non tenendo in conto il contenuto residuo di esano che può essere presente nell’olio dopo la fase di estrazione.
2009
9788889972175
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