Il saggio vuol mettere in evidenza come Italo Calvino dirimpetto ai teleri di Vittore Carpaccio nella galleria degli Schiavoni, a Venezia, attua il medesimo metodo condotto nel suo libro, Il castello dei destini incrociati, legato al gioco combinatorio, fatto di riflessioni sulle singole figure (sia pure annodate in una successione paradigmatica). Calvino sembra ritornare il bambino lettore delle vignette del «Corriere dei piccoli», e così, “senza saper leggere”, riprende a immaginare, conduce il suo sguardo dentro i ritratti del Carpaccio, si immedesima nei personaggi, e vive con loro il racconto delle scene; animandoli (“estendendoli”) assieme agli animali, alle cose, in un racconto nuovo, in una sorta di nuova storia a fumetti in cui si intrufola, ne prende parte come se tutto accadesse accanto a lui, nel «suo studio». L’articolo, per tanto, muove da un assioma (conclamato) del persistere nelle narrazioni calviniane di un nesso con la «visibilità»; del piacere di ricalcare sovente nella grammatica della scrittura la sintassi di un disegno. Basterebbe a conferma, l’intero capitolo nono del Cavaliere inesistente, dove il termine usato da Calvino è un ariostesco «istoriare» con la penna, l’«istoriare ogni pagina con duelli e battaglie», splendido reportage narrativo sul binomio dello scrivere e del disegnare, e sulla loro relazione. Un’altra delle coniugazioni verbali – che il saggio mette in evidenza – sottesa a questa prassi (retorica) del vedere è quella del verbo trasporre (verbo non lontano sinonimo del “tradurre”). Trasporre sta per portare qualcosa da una parte in un’altra, o meglio, porre altrove, mutare di posto, collocare in un ordine diverso; ed anche trasformare, trascrivere, beninteso, “fino ad un certo punto”, ovvero narrare diversamente. Ed è quanto fa Calvino tra i quadri del Carpaccio e i tarocchi del Castello.

Italo Calvino e Vittore Carpaccio. «Il disegno dietro il disegno»

AJELLO, Epifanio
2010-01-01

Abstract

Il saggio vuol mettere in evidenza come Italo Calvino dirimpetto ai teleri di Vittore Carpaccio nella galleria degli Schiavoni, a Venezia, attua il medesimo metodo condotto nel suo libro, Il castello dei destini incrociati, legato al gioco combinatorio, fatto di riflessioni sulle singole figure (sia pure annodate in una successione paradigmatica). Calvino sembra ritornare il bambino lettore delle vignette del «Corriere dei piccoli», e così, “senza saper leggere”, riprende a immaginare, conduce il suo sguardo dentro i ritratti del Carpaccio, si immedesima nei personaggi, e vive con loro il racconto delle scene; animandoli (“estendendoli”) assieme agli animali, alle cose, in un racconto nuovo, in una sorta di nuova storia a fumetti in cui si intrufola, ne prende parte come se tutto accadesse accanto a lui, nel «suo studio». L’articolo, per tanto, muove da un assioma (conclamato) del persistere nelle narrazioni calviniane di un nesso con la «visibilità»; del piacere di ricalcare sovente nella grammatica della scrittura la sintassi di un disegno. Basterebbe a conferma, l’intero capitolo nono del Cavaliere inesistente, dove il termine usato da Calvino è un ariostesco «istoriare» con la penna, l’«istoriare ogni pagina con duelli e battaglie», splendido reportage narrativo sul binomio dello scrivere e del disegnare, e sulla loro relazione. Un’altra delle coniugazioni verbali – che il saggio mette in evidenza – sottesa a questa prassi (retorica) del vedere è quella del verbo trasporre (verbo non lontano sinonimo del “tradurre”). Trasporre sta per portare qualcosa da una parte in un’altra, o meglio, porre altrove, mutare di posto, collocare in un ordine diverso; ed anche trasformare, trascrivere, beninteso, “fino ad un certo punto”, ovvero narrare diversamente. Ed è quanto fa Calvino tra i quadri del Carpaccio e i tarocchi del Castello.
2010
9788820750527
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3016633
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact