L’articolo è rivolto a mostrare come d’Argens utilizzi la forma letteraria del sogno come un procedimento di scrittura filosofica opposto al trattato e al sistema (e alle forme di pensiero ad essi relative: quelle scientifiche e metafisiche) e teso a mettere le idee filosofiche in immagini e in azione tramite un’allegoria che è l’equivalente di un pensiero scettico, visto che l’allegoria è, nei Songes philosophiques, il “rivestimento estetico” di una critica filosofica che contiene, alla fine di ogni sogno, una “lezione morale”. Un insegnamento, va rimarcato, che è quello del pyrrhonisme raisonnable di d’Argens mutuato da Montaigne e Gassendi, da Bayle e da La Mothe le Vayer. Lo si comprende leggendo il Discours préliminaire dei Songes, dove d’Argens avverte che (a differenza di molti autori dogmatici e metafisici, che hanno dato i loro sogni per verità) intende proporre i propri sogni uniquement comme des songes. Nella convinzione (sottolinea) che gli uomini hanno poche nozioni quando sono svegli, mentre ne hanno molte, “vive, e sempre nuove e singolari”, quando dormono. Con i suoi Songes philosophiques, dunque, d’Argens allestisce una scena filosofica per definire una fenomenologia dell’esprit sceptique. Espressione di un pensiero che conosce i propri limiti e rifiuta ogni forma di autorità e tradizione, i Sogni filosofici sono anche un’opera di polemica teorica e morale, rivolta contro la metafisica e la filosofia scolastica, la superstizione e il fanatismo, l’immoralità dei despoti e il servilismo dei cortigiani, l’invidia e la miseria dei falsi sapienti: contro tutti i “veleni letali” e le “passioni funeste” che turbano la mente e allontanano dalla virtù e dalla felicità.

Songer les yeux fermés. I Sogni filosfici del Marquis d'Argens

COCCO, Vincenzo
2011-01-01

Abstract

L’articolo è rivolto a mostrare come d’Argens utilizzi la forma letteraria del sogno come un procedimento di scrittura filosofica opposto al trattato e al sistema (e alle forme di pensiero ad essi relative: quelle scientifiche e metafisiche) e teso a mettere le idee filosofiche in immagini e in azione tramite un’allegoria che è l’equivalente di un pensiero scettico, visto che l’allegoria è, nei Songes philosophiques, il “rivestimento estetico” di una critica filosofica che contiene, alla fine di ogni sogno, una “lezione morale”. Un insegnamento, va rimarcato, che è quello del pyrrhonisme raisonnable di d’Argens mutuato da Montaigne e Gassendi, da Bayle e da La Mothe le Vayer. Lo si comprende leggendo il Discours préliminaire dei Songes, dove d’Argens avverte che (a differenza di molti autori dogmatici e metafisici, che hanno dato i loro sogni per verità) intende proporre i propri sogni uniquement comme des songes. Nella convinzione (sottolinea) che gli uomini hanno poche nozioni quando sono svegli, mentre ne hanno molte, “vive, e sempre nuove e singolari”, quando dormono. Con i suoi Songes philosophiques, dunque, d’Argens allestisce una scena filosofica per definire una fenomenologia dell’esprit sceptique. Espressione di un pensiero che conosce i propri limiti e rifiuta ogni forma di autorità e tradizione, i Sogni filosofici sono anche un’opera di polemica teorica e morale, rivolta contro la metafisica e la filosofia scolastica, la superstizione e il fanatismo, l’immoralità dei despoti e il servilismo dei cortigiani, l’invidia e la miseria dei falsi sapienti: contro tutti i “veleni letali” e le “passioni funeste” che turbano la mente e allontanano dalla virtù e dalla felicità.
2011
9788889351161
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