Per giudizio diffuso, la questione Mezzogiorno sembra essere fuoriuscita ormai da diversi anni dall’agenda politica del paese, determinando la perdita di un’adeguata tensione volta a costruire quadri programmatici di intervento coerenti, integrati ed efficaci, e registrandosi al più momenti di fugace e strumentale ribellione o di sterile verbosità politica fra partiti politici e schieramenti di opinione. Sino ad oggi, i governi hanno perseguito la via della semplificazione, riducendo le forme di controllo amministrativo sulle attività edilizie, in meri termini procedurali. La strada è completamente insufficiente perché non tiene conto del fatto che i ritardi che inficiano l’attuazione degli interventi edilizi e urbanistici non è tanto dovuto alla farraginosità procedurale, quanto all’insufficienza della strumentazione urbanistica, spesso datata e non rispondente ai bisogni della popolazione, che domanda tipi di interventi non ammissibili, se non attraverso la revisione della stessa. Quindi, lo Stato, più che percorrere esasperatamente la via di una improbabile ulteriore semplificazione, dovrebbe indurre e facilitare, con norme quadro appropriate che non siano invasive delle competenze concorrenti regionali, la produzione di strumenti di pianificazione urbanistica, generale e attuativa, che, nel Mezzogiorno, registrano, nella generalità dei casi, una vetustà tale da renderli del tutto inutilizzabili.
Mezzogiorno, crisi, governo del territorio - Postfazione
GERUNDO, Roberto
2011-01-01
Abstract
Per giudizio diffuso, la questione Mezzogiorno sembra essere fuoriuscita ormai da diversi anni dall’agenda politica del paese, determinando la perdita di un’adeguata tensione volta a costruire quadri programmatici di intervento coerenti, integrati ed efficaci, e registrandosi al più momenti di fugace e strumentale ribellione o di sterile verbosità politica fra partiti politici e schieramenti di opinione. Sino ad oggi, i governi hanno perseguito la via della semplificazione, riducendo le forme di controllo amministrativo sulle attività edilizie, in meri termini procedurali. La strada è completamente insufficiente perché non tiene conto del fatto che i ritardi che inficiano l’attuazione degli interventi edilizi e urbanistici non è tanto dovuto alla farraginosità procedurale, quanto all’insufficienza della strumentazione urbanistica, spesso datata e non rispondente ai bisogni della popolazione, che domanda tipi di interventi non ammissibili, se non attraverso la revisione della stessa. Quindi, lo Stato, più che percorrere esasperatamente la via di una improbabile ulteriore semplificazione, dovrebbe indurre e facilitare, con norme quadro appropriate che non siano invasive delle competenze concorrenti regionali, la produzione di strumenti di pianificazione urbanistica, generale e attuativa, che, nel Mezzogiorno, registrano, nella generalità dei casi, una vetustà tale da renderli del tutto inutilizzabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.