Di fronte agli esiti destrutturanti della globalizzazione – le traiettorie plurali e difficilmente sistematizzabili della governance, i flussi orizzontali ed eterarchici della decisione giuridica, nonché l’affermazione di dispositivi extragiuridici, che agiscono accanto, e spesso in collusione, con i dispositivi giuridici – una prima e immediata risposta potrebbe essere che il diritto si presenta sempre più come incerto, mutevole, imprevedibile, flessibile. È possibile pensare questa instabilità e flessibilità del diritto – piuttosto che come qualcosa che restituisca il senso di un deriva inarrestabile – come una modalità per comprendere la eccessiva complessità dei fenomeni attuali, contro il rischio ricompositivo di grandi racconti attraverso i quali il Diritto ha teso a rappresentarsi e rappresentare le differenze plurali che, per così dire, facevano problema al suo mandato ordinante. La riflessione foucaultiana sul diritto, spesso veicolata nei termini di un “superamento” della logica sovranista, a guardar bene esprime la coesistenza, spesso ambigua, di diversi dispositivi, che si accavallano, si confondono, in un intersecarsi di logiche sovrane, disciplinari e normalizzatrici. Negli approcci che oggi “ripensano” il diritto alla luce di nuovi soggetti, nuove forme di partecipazione, nuovi poteri, risalta, è vero, un forte ridimensionamento del dispositivo giuridico, ma allo stes so tempo si assiste ad una proliferazione, ad una pluralizzazione delle forme di regolazione giuridiche ed extragiuridiche. Si trat ta, perciò, in definitiva, di sostenere la concorrenza di più modelli che rivelano piuttosto che l’inadeguatezza del modello della “legge”, la sua insufficienza a squadernare le mille sfaccettature di una realtà complessa e articolata.
Trasformazioni del diritto e soggettivazioni eterogenee
TUCCI, Antonio
2011
Abstract
Di fronte agli esiti destrutturanti della globalizzazione – le traiettorie plurali e difficilmente sistematizzabili della governance, i flussi orizzontali ed eterarchici della decisione giuridica, nonché l’affermazione di dispositivi extragiuridici, che agiscono accanto, e spesso in collusione, con i dispositivi giuridici – una prima e immediata risposta potrebbe essere che il diritto si presenta sempre più come incerto, mutevole, imprevedibile, flessibile. È possibile pensare questa instabilità e flessibilità del diritto – piuttosto che come qualcosa che restituisca il senso di un deriva inarrestabile – come una modalità per comprendere la eccessiva complessità dei fenomeni attuali, contro il rischio ricompositivo di grandi racconti attraverso i quali il Diritto ha teso a rappresentarsi e rappresentare le differenze plurali che, per così dire, facevano problema al suo mandato ordinante. La riflessione foucaultiana sul diritto, spesso veicolata nei termini di un “superamento” della logica sovranista, a guardar bene esprime la coesistenza, spesso ambigua, di diversi dispositivi, che si accavallano, si confondono, in un intersecarsi di logiche sovrane, disciplinari e normalizzatrici. Negli approcci che oggi “ripensano” il diritto alla luce di nuovi soggetti, nuove forme di partecipazione, nuovi poteri, risalta, è vero, un forte ridimensionamento del dispositivo giuridico, ma allo stes so tempo si assiste ad una proliferazione, ad una pluralizzazione delle forme di regolazione giuridiche ed extragiuridiche. Si trat ta, perciò, in definitiva, di sostenere la concorrenza di più modelli che rivelano piuttosto che l’inadeguatezza del modello della “legge”, la sua insufficienza a squadernare le mille sfaccettature di una realtà complessa e articolata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.