Il lavoro esamina i processi migratori da un punto di vista qualitativo, correlando la “cultura” dei migranti e quella dei paesi ospiti. Si riferisce, certamente, alla cultura accademica, ma prende in esame, in particolare, la cultura diffusa, la capacità professionale di persone molte volte analfabete, il possesso anche solo dei rudimenti di un mestiere artigiano o di un patrimonio di conoscenze interiorizzato da generazione e applica questa lettura al caso specifico dell’immigrazione italiana in Venezuela. Tra i migranti italiani e il paese caraibico si instaura un connubio assai significativo e i primi – in massima parte privi di alcun titolo di studio e incapaci di esprimersi in castigliano – si inseriscono in una società che presenta un ampio divario tra i pochi ricchi e la maggioranza della popolazione, ma anche una ricchezza diffusa, garantita dalle entrate petrolifere, e una domanda di figure intermedie che irrobustiscano una “società civile” non compiutamente costituita. Nel breve periodo dell’immigrazione italiana in Venezuela (1947-1958) i “migranti analfabeti” si inseriscono autorevolmente in una “società analfabeta”, ricoprendo ruoli importanti nell'economia del paese ospite, scrivendo storie personali assai significative, ridisegnando completamente le proprie aspettative per il futuro.
Paesi analfabeti e migranti analfabeti
D'ANGELO, Giuseppe
2011
Abstract
Il lavoro esamina i processi migratori da un punto di vista qualitativo, correlando la “cultura” dei migranti e quella dei paesi ospiti. Si riferisce, certamente, alla cultura accademica, ma prende in esame, in particolare, la cultura diffusa, la capacità professionale di persone molte volte analfabete, il possesso anche solo dei rudimenti di un mestiere artigiano o di un patrimonio di conoscenze interiorizzato da generazione e applica questa lettura al caso specifico dell’immigrazione italiana in Venezuela. Tra i migranti italiani e il paese caraibico si instaura un connubio assai significativo e i primi – in massima parte privi di alcun titolo di studio e incapaci di esprimersi in castigliano – si inseriscono in una società che presenta un ampio divario tra i pochi ricchi e la maggioranza della popolazione, ma anche una ricchezza diffusa, garantita dalle entrate petrolifere, e una domanda di figure intermedie che irrobustiscano una “società civile” non compiutamente costituita. Nel breve periodo dell’immigrazione italiana in Venezuela (1947-1958) i “migranti analfabeti” si inseriscono autorevolmente in una “società analfabeta”, ricoprendo ruoli importanti nell'economia del paese ospite, scrivendo storie personali assai significative, ridisegnando completamente le proprie aspettative per il futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.