Travolgente opera prima del 1989, Juegos de la edad tardía avrebbe fatto vincere in successione al suo autore, Luis Landero, il Premio de la Crítica, il Nacional de Literatura, l'Icaro di Diario 16, quello di miglior romanziere del quotidiano El Mundo, il Mediterráneo e il Grinzane Cavour, senza contare le numerose traduzioni in altre lingue e le infinite recensioni e discussioni che il libro avrebbe suscitato. Arruolato immediatamente fra i grandi della letteratura, con questo libro perfetto per equilibrio strutturale fra spazio dell'immaginazione e spazio della realtà, Luis Landero dà vita a una nuova coppia di personaggi a specchio, che riscattano le frustrazioni dell'esistente con la creazione di un alter-ego mirabolante. Cervantinamente, è l'arte che crea la vita: stregati dalle meraviglie della letteratura e del cinema, dalle conquiste della scienza e dalla maieutica della parola, i due personaggi riescono a manipolare la finzione di cui fanno parte, autoricreandosi, ribattezzandosi, abbigliandosi come metafore di sé stessi. Come per i Bouvard e Pécuchet del romanzo di Flaubert, un'epica del quotidiano si misura con aspirazioni di grandezza e velleità artistiche di personaggi irrimediabilmente mediocri, immersi in un'esistenza monotona e scontata, improvvisamente scossa da avvenimenti casuali che, da un'intrinseca futilità, assurgono a grandiosità eroiche né suffragate dalle circostanze né spalleggiate dal destino, il quale malinconicamente ripiega su sé stesso, riportando nella trivialità del presente la nostalgia del futuro.
«Nostalgia del disordine. Luis Landero e i prodigi della parola»
PERUGINI, Carla
2011-01-01
Abstract
Travolgente opera prima del 1989, Juegos de la edad tardía avrebbe fatto vincere in successione al suo autore, Luis Landero, il Premio de la Crítica, il Nacional de Literatura, l'Icaro di Diario 16, quello di miglior romanziere del quotidiano El Mundo, il Mediterráneo e il Grinzane Cavour, senza contare le numerose traduzioni in altre lingue e le infinite recensioni e discussioni che il libro avrebbe suscitato. Arruolato immediatamente fra i grandi della letteratura, con questo libro perfetto per equilibrio strutturale fra spazio dell'immaginazione e spazio della realtà, Luis Landero dà vita a una nuova coppia di personaggi a specchio, che riscattano le frustrazioni dell'esistente con la creazione di un alter-ego mirabolante. Cervantinamente, è l'arte che crea la vita: stregati dalle meraviglie della letteratura e del cinema, dalle conquiste della scienza e dalla maieutica della parola, i due personaggi riescono a manipolare la finzione di cui fanno parte, autoricreandosi, ribattezzandosi, abbigliandosi come metafore di sé stessi. Come per i Bouvard e Pécuchet del romanzo di Flaubert, un'epica del quotidiano si misura con aspirazioni di grandezza e velleità artistiche di personaggi irrimediabilmente mediocri, immersi in un'esistenza monotona e scontata, improvvisamente scossa da avvenimenti casuali che, da un'intrinseca futilità, assurgono a grandiosità eroiche né suffragate dalle circostanze né spalleggiate dal destino, il quale malinconicamente ripiega su sé stesso, riportando nella trivialità del presente la nostalgia del futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.