La vetratina con Cristo scoperta presso il monastero altomedievale di San Vincenzo al Volturno, che qui si vuol proporre come destinata a chiudere l’unica finestra della nota cripta dell’abate Epifanio (824-42), fa riflettere sulla riflessione teologica e sulla accentuata sperimentazione artigianale e artistica che ebbe luogo nell’allora importante monastero tra il tardo VIII e i primi decenni del IX s. Negli stessi decenni nei quali Epifanio faceva illustrare la cripta, papa Pasquale I propugnava una teoria delle immagini profondamente influenzata dalla letteratura iconofila bizantina della prima e della seconda fase iconoclastica, sostenuta a Roma dall’autorevole comunità religiosa greca. Gli scritti di Autperto, ravvisati quale fondamento delle pitture della cripta, risultano influenzati dal primo pensiero iconofilo orientale nell’esaltazione di Maria quale Madre di Cristo e Regina dei cieli. Alle pitture di Epifanio, che si fanno interpreti di questi concetti, poteva ben fungere da ideale complemento la innovativa vetratina con Cristo. All’imbarazzo di rappresentare il volto di Cristo e il suo aspetto corporeo nei loro caratteri umani, l’artigiano operoso a San Vincenzo seppe dare una risposta nuova, efficace, che evidenziava la natura di Cristo come Incarnato nel seno di una donna ma al contempo ineffabile nella sua divinità. Risposta che si suppone suggerita da un profondo conoscitore del dibattito teologico iconofilo contemporaneo.
Il volto di Cristo e il dilemma dell'artista: un esempio di IX s.
DELL'ACQUA, Francesca
2012-01-01
Abstract
La vetratina con Cristo scoperta presso il monastero altomedievale di San Vincenzo al Volturno, che qui si vuol proporre come destinata a chiudere l’unica finestra della nota cripta dell’abate Epifanio (824-42), fa riflettere sulla riflessione teologica e sulla accentuata sperimentazione artigianale e artistica che ebbe luogo nell’allora importante monastero tra il tardo VIII e i primi decenni del IX s. Negli stessi decenni nei quali Epifanio faceva illustrare la cripta, papa Pasquale I propugnava una teoria delle immagini profondamente influenzata dalla letteratura iconofila bizantina della prima e della seconda fase iconoclastica, sostenuta a Roma dall’autorevole comunità religiosa greca. Gli scritti di Autperto, ravvisati quale fondamento delle pitture della cripta, risultano influenzati dal primo pensiero iconofilo orientale nell’esaltazione di Maria quale Madre di Cristo e Regina dei cieli. Alle pitture di Epifanio, che si fanno interpreti di questi concetti, poteva ben fungere da ideale complemento la innovativa vetratina con Cristo. All’imbarazzo di rappresentare il volto di Cristo e il suo aspetto corporeo nei loro caratteri umani, l’artigiano operoso a San Vincenzo seppe dare una risposta nuova, efficace, che evidenziava la natura di Cristo come Incarnato nel seno di una donna ma al contempo ineffabile nella sua divinità. Risposta che si suppone suggerita da un profondo conoscitore del dibattito teologico iconofilo contemporaneo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.