II tema dell’impresa agricola è argomento che in questi ultimi tempi è oggetto di rinnovata riflessione sia nel dibattito dottrinario, sia nei pensieri di chi opera concretamente nel mondo del settore primario, in conseguenza di due importanti provvedimenti normativi succedutisi a distanza di quasi tre anni l’uno dall’altro. I due provvedimenti che si sono succeduti in questi ultimi tempi - ci si riferisce, si intende, a quelli più rilevanti per la loro portata innovativa – in materia di impresa agricola sono: il d.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, e il d.lgs. 29 marzo 2004, n. 99. Questi due decreti, distinti e distanti tra loro, rappresentano, soprattutto il primo, a diverso titolo la risposta del legislatore di adeguare la disciplina legale dell’impresa agricola alla mutata realtà socio-economica del nostro Paese: si pensi, per fare un solo esempio - tanto e illuminante -, ai nuovi profili che l’impresa stessa ha assunto soprattutto rispetto al binomio Stato-mercato in conseguenza dei moderni processi economico-produttivi mondiali, caratterizzati da una rapidità ed ampiezza degli scambi e da una concorrenza sempre più serrata, che di fatto determinano nuove regole, sia economiche che giuridiche, nei rapporti commerciali, provocando effetti anche sui processi produttivi in agricoltura. Con il decreto del 2004 il legislatore, lungi dal sottrarre la materia dell’impresa agricola alla disciplina codicistica, che conserva la sua funzione di diritto generale, ha ampliato il catalogo delle cosiddette leggi incentivo in materia, con la previsione di un modello di disciplina a carattere promozionale attraverso agevolazioni e provvidenze economiche delle attività rientranti nel comparto agricolo.
L'imprenditore agricolo non ha pace
VECCHIONE, Antonio
2005-01-01
Abstract
II tema dell’impresa agricola è argomento che in questi ultimi tempi è oggetto di rinnovata riflessione sia nel dibattito dottrinario, sia nei pensieri di chi opera concretamente nel mondo del settore primario, in conseguenza di due importanti provvedimenti normativi succedutisi a distanza di quasi tre anni l’uno dall’altro. I due provvedimenti che si sono succeduti in questi ultimi tempi - ci si riferisce, si intende, a quelli più rilevanti per la loro portata innovativa – in materia di impresa agricola sono: il d.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, e il d.lgs. 29 marzo 2004, n. 99. Questi due decreti, distinti e distanti tra loro, rappresentano, soprattutto il primo, a diverso titolo la risposta del legislatore di adeguare la disciplina legale dell’impresa agricola alla mutata realtà socio-economica del nostro Paese: si pensi, per fare un solo esempio - tanto e illuminante -, ai nuovi profili che l’impresa stessa ha assunto soprattutto rispetto al binomio Stato-mercato in conseguenza dei moderni processi economico-produttivi mondiali, caratterizzati da una rapidità ed ampiezza degli scambi e da una concorrenza sempre più serrata, che di fatto determinano nuove regole, sia economiche che giuridiche, nei rapporti commerciali, provocando effetti anche sui processi produttivi in agricoltura. Con il decreto del 2004 il legislatore, lungi dal sottrarre la materia dell’impresa agricola alla disciplina codicistica, che conserva la sua funzione di diritto generale, ha ampliato il catalogo delle cosiddette leggi incentivo in materia, con la previsione di un modello di disciplina a carattere promozionale attraverso agevolazioni e provvidenze economiche delle attività rientranti nel comparto agricolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.