L'articolo indaga sulla presenza, all'interno degli ambienti ipogei all'aula palatina longobarda a Salerno, dell'immagine, più volte ripetuta di Caterina d'Alessandria, santa taumaturga, al cui culto contribuì lo stesso arcivescovo Alfano, autore tra l'altro di testi medici, ipotizzando un legame tra lo spazio architettonico e la Scuola Medica Salernitana, che identificò nella stessa Santa la sua protettrice. L’arcivescovo Alfano le dedicò ben tre carmi volti non solo ad esaltare le virtù dell’oleum salubre, del liquor reddens debilibus membra, ma anche la sapienza, l’erudizione e l’elevata capacità dialettica. L’oratoria è infatti l’altra dote attribuitale. Che la città di Salerno abbia avuto un culto per la Santa della Cappadocia e tale culto possa essere legato alla Scuola Medica lo dimostrano l’immagine di Santa Caterina su uno dei pochi diplomi che ci sono giunti ma ancor più un affresco da poco rinvenuto nel castello cittadino. Qui in una delle stanze della prigione l’immagine della Santa veglia sulla città e sul suo golfo. Lo spazio fu ad esclusivo uso della corte ducale fino al XII secolo quando fu staccato dal palazzo di governo, ristrutturato ed affrescato. La sua valenza quale aula delle lauree della suddetta scuola è supportata dalla funzione che a partire dal XVI secolo, quando se ne interrompe l'uso, il rito si svolgerà nella cappella superiore.
Le immagini di Santa Caterina d’Alessandria nell’ambiente ipogeo alla chiesa di San Pietro a Corte a Salerno e il loro legame con la Scuola Medica
FIORILLO, ROSA
2012-01-01
Abstract
L'articolo indaga sulla presenza, all'interno degli ambienti ipogei all'aula palatina longobarda a Salerno, dell'immagine, più volte ripetuta di Caterina d'Alessandria, santa taumaturga, al cui culto contribuì lo stesso arcivescovo Alfano, autore tra l'altro di testi medici, ipotizzando un legame tra lo spazio architettonico e la Scuola Medica Salernitana, che identificò nella stessa Santa la sua protettrice. L’arcivescovo Alfano le dedicò ben tre carmi volti non solo ad esaltare le virtù dell’oleum salubre, del liquor reddens debilibus membra, ma anche la sapienza, l’erudizione e l’elevata capacità dialettica. L’oratoria è infatti l’altra dote attribuitale. Che la città di Salerno abbia avuto un culto per la Santa della Cappadocia e tale culto possa essere legato alla Scuola Medica lo dimostrano l’immagine di Santa Caterina su uno dei pochi diplomi che ci sono giunti ma ancor più un affresco da poco rinvenuto nel castello cittadino. Qui in una delle stanze della prigione l’immagine della Santa veglia sulla città e sul suo golfo. Lo spazio fu ad esclusivo uso della corte ducale fino al XII secolo quando fu staccato dal palazzo di governo, ristrutturato ed affrescato. La sua valenza quale aula delle lauree della suddetta scuola è supportata dalla funzione che a partire dal XVI secolo, quando se ne interrompe l'uso, il rito si svolgerà nella cappella superiore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.