L'articolo chiarisce i motivi di interesse del saggio "Spazi senza parola" di Helmuth Plessner, di cui viene curata anche la traduzione. L'interesse sta nelle argomentazioni proposte da Plessner per assegnare valore filosofico anche alle dimensioni non verbali dell'esperienza, dalla musica ai monumenti, dal riso e pianto alla geometria. Tali dimensioni per un verso gettano luce sulla grammatica dell'esperienza, cioè sulla sua radice corporea e sensoriale, la cui differenziazione è irriducibile. Per un altro gettano luce sul carattere eccentrico della condizione umana, perché proprio nel rapporto con l'indicibile (il non verbale) - con il fatto che esso viene mostrato e taciuto, espresso ma non dominato logicamente e praticamente -, emerge la situazione di confine tipica dell'eccentricità. Essere eccentrico significa trovarsi sempre dentro e fuori una linea di confine; quindi se la parola/logos è ciò che determina i confini, il non verbale/alogos è ciò che sta oltre il confine, ma come nostro, come ciò che dall'interno dei confini mostra il nostro costante e arrischiato trascenderli.
Postfazione
RUSSO, MARCO
2008-01-01
Abstract
L'articolo chiarisce i motivi di interesse del saggio "Spazi senza parola" di Helmuth Plessner, di cui viene curata anche la traduzione. L'interesse sta nelle argomentazioni proposte da Plessner per assegnare valore filosofico anche alle dimensioni non verbali dell'esperienza, dalla musica ai monumenti, dal riso e pianto alla geometria. Tali dimensioni per un verso gettano luce sulla grammatica dell'esperienza, cioè sulla sua radice corporea e sensoriale, la cui differenziazione è irriducibile. Per un altro gettano luce sul carattere eccentrico della condizione umana, perché proprio nel rapporto con l'indicibile (il non verbale) - con il fatto che esso viene mostrato e taciuto, espresso ma non dominato logicamente e praticamente -, emerge la situazione di confine tipica dell'eccentricità. Essere eccentrico significa trovarsi sempre dentro e fuori una linea di confine; quindi se la parola/logos è ciò che determina i confini, il non verbale/alogos è ciò che sta oltre il confine, ma come nostro, come ciò che dall'interno dei confini mostra il nostro costante e arrischiato trascenderli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.