Sono qui proposti interventi di ingegneria naturalistica previsti per la sistemazione di un vallone ricadente in un’area a confine tra la provincia di Salerno e la provincia di Avellino. Il bacino di pertinenza occupa una superficie di circa 0,65 kmq, presenta una altitudine media di 586 m.slm circa, una lunghezza dell’asta principale pari a 1,4 km ed un elevato rapporto di rilievo pari al 35%. Le elevate pendenze, il reticolo idrografico poco sviluppato e la esigua estensione areale favoriscono i fenomeni di deflusso superficiale, minimizzando le perdite per infiltrazione ed evapotraspirazione, e determinano un’elevata velocità di scorrimento delle acque meteoriche. Le acque di pioggia, una volta incanalate, incrementano l’energia cinetica e la loro capacità di erosione e trasporto a causa dell’elevata pendenza e dell’andamento pressoché rettilineo del vallone. A favorire ulteriormente il fenomeno di ruscellamento superficiale è la presenza di una coltre piroclastica nella parte bassa del bacino, la cui bassa permeabilità induce un abbattimento dell’infiltrazione acque di pioggia. Lungo i versanti si osserva una copertura detritica calcarea prodotta dalla disgregazione meccanica, in particolare per crioclastismo, e per fratturazione del substrato carbonatico. A causa delle caratteristiche morfologiche e geologiche riscontrate e della mancanza di opere di sistemazione idraulica del vallone, si è deciso di intervenire attraverso: la regolazione del profilo: vengono introdotti dei salti di fondo allo scopo di indurre la dissipazione di energia della corrente per l’areazione della vena fluida e la conseguente riduzione di velocità e capacità di trasporto della corrente; il rivestimento del fondo della sezione con pietrame legato con malta; l’introduzione di difesa spondale: Vengono adoperate gabbionate rinverdite mediante l’uso di talee di salice. In tale maniera si assicura al contempo un corretto inserimento ambientale delle opere nel paesaggio circostante e ridurre la velocità della corrente a causa della macroscabrezza prodotta dalla vegetazione; la correzione della confluenza nella sezione estrema di valle, adottando un angolo di confluenza intorno a 30°, con immissione nella sponda concava dell’alveo; l’uso di cordonate con ramaglia, particolarmente adatte per la stabilizzazione di pendii anche molto ripidi con terreni tendenti allo smottamento per i versanti a monte delle gabbionate. Il comportamento idraulico è stato analizzato tramite simulazioni numeriche con il codice di calcolo HEC-RAS. La determinazione della portata relativa al massimo annuale della portata media, necessaria quale input della simulazione numerica, è stata condotta, mancando misure dirette, mediante l’applicazione dell’approccio metodologico definito nel Rapporto VAPI Campania.
Interventi di regolazione del fondo e di difesa spondale per la mitigazione del rischio idrogeologico
GRANESE, ENRICA;VICCIONE, GIACOMO
2012
Abstract
Sono qui proposti interventi di ingegneria naturalistica previsti per la sistemazione di un vallone ricadente in un’area a confine tra la provincia di Salerno e la provincia di Avellino. Il bacino di pertinenza occupa una superficie di circa 0,65 kmq, presenta una altitudine media di 586 m.slm circa, una lunghezza dell’asta principale pari a 1,4 km ed un elevato rapporto di rilievo pari al 35%. Le elevate pendenze, il reticolo idrografico poco sviluppato e la esigua estensione areale favoriscono i fenomeni di deflusso superficiale, minimizzando le perdite per infiltrazione ed evapotraspirazione, e determinano un’elevata velocità di scorrimento delle acque meteoriche. Le acque di pioggia, una volta incanalate, incrementano l’energia cinetica e la loro capacità di erosione e trasporto a causa dell’elevata pendenza e dell’andamento pressoché rettilineo del vallone. A favorire ulteriormente il fenomeno di ruscellamento superficiale è la presenza di una coltre piroclastica nella parte bassa del bacino, la cui bassa permeabilità induce un abbattimento dell’infiltrazione acque di pioggia. Lungo i versanti si osserva una copertura detritica calcarea prodotta dalla disgregazione meccanica, in particolare per crioclastismo, e per fratturazione del substrato carbonatico. A causa delle caratteristiche morfologiche e geologiche riscontrate e della mancanza di opere di sistemazione idraulica del vallone, si è deciso di intervenire attraverso: la regolazione del profilo: vengono introdotti dei salti di fondo allo scopo di indurre la dissipazione di energia della corrente per l’areazione della vena fluida e la conseguente riduzione di velocità e capacità di trasporto della corrente; il rivestimento del fondo della sezione con pietrame legato con malta; l’introduzione di difesa spondale: Vengono adoperate gabbionate rinverdite mediante l’uso di talee di salice. In tale maniera si assicura al contempo un corretto inserimento ambientale delle opere nel paesaggio circostante e ridurre la velocità della corrente a causa della macroscabrezza prodotta dalla vegetazione; la correzione della confluenza nella sezione estrema di valle, adottando un angolo di confluenza intorno a 30°, con immissione nella sponda concava dell’alveo; l’uso di cordonate con ramaglia, particolarmente adatte per la stabilizzazione di pendii anche molto ripidi con terreni tendenti allo smottamento per i versanti a monte delle gabbionate. Il comportamento idraulico è stato analizzato tramite simulazioni numeriche con il codice di calcolo HEC-RAS. La determinazione della portata relativa al massimo annuale della portata media, necessaria quale input della simulazione numerica, è stata condotta, mancando misure dirette, mediante l’applicazione dell’approccio metodologico definito nel Rapporto VAPI Campania.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.