Nell’ambito degli istituti previsti dal sistema vigente e trattati nel volume “I rimedi al danno da processo”, il capitolo II, che tratta la riparazione per l’ingiusta detenzione, è il risultato di una rilettura della trama di garanzie elaborata, più di mezzo secolo fa, dal Costituente ed a lungo rimasta indecifrata. Tale istituto, che ha come leit motiv quello di ovviare ex post, attraverso il meccanismo della riparazione pecuniaria, ai danni – patrimoniali e non – conseguenti ad errori più genericamente imputabili al sistema-giustizia, consente di esperire un’azione nei confronti dello Stato per ottenere il ristoro delle conseguenze pregiudizievoli che abbiano trovato nello svolgimento del processo la loro causa, in quanto i pregiudizi conseguenti all’ingiusta detenzione fanno sorgere in capo allo Stato l’obbligo di corrispondere un indennizzo, in adempimento di doveri di solidarietà sociale. Nella riparazione per l’ingiusta detenzione, in particolare, l’assenza di un qualsiasi richiamo a norme e princìpi contenuti nella disciplina dell’illecito extracontrattuale e l’esplicito riferimento alla “equità” hanno indotto la giurisprudenza a bandire, in modo assoluto, l’utilizzo del metodo risarcitorio nella liquidazione dell’indennizzo a favore di un sistema fondato su un apprezzamento globale di tutte le conseguenze pregiudizievoli dell’ingiusta detenzione attraverso il ricorso a criteri equitativi o a parametri aritmetici.

Capitolo II - La riparazione per l'ingiusta detenzione

DALIA, Gaspare
2012-01-01

Abstract

Nell’ambito degli istituti previsti dal sistema vigente e trattati nel volume “I rimedi al danno da processo”, il capitolo II, che tratta la riparazione per l’ingiusta detenzione, è il risultato di una rilettura della trama di garanzie elaborata, più di mezzo secolo fa, dal Costituente ed a lungo rimasta indecifrata. Tale istituto, che ha come leit motiv quello di ovviare ex post, attraverso il meccanismo della riparazione pecuniaria, ai danni – patrimoniali e non – conseguenti ad errori più genericamente imputabili al sistema-giustizia, consente di esperire un’azione nei confronti dello Stato per ottenere il ristoro delle conseguenze pregiudizievoli che abbiano trovato nello svolgimento del processo la loro causa, in quanto i pregiudizi conseguenti all’ingiusta detenzione fanno sorgere in capo allo Stato l’obbligo di corrispondere un indennizzo, in adempimento di doveri di solidarietà sociale. Nella riparazione per l’ingiusta detenzione, in particolare, l’assenza di un qualsiasi richiamo a norme e princìpi contenuti nella disciplina dell’illecito extracontrattuale e l’esplicito riferimento alla “equità” hanno indotto la giurisprudenza a bandire, in modo assoluto, l’utilizzo del metodo risarcitorio nella liquidazione dell’indennizzo a favore di un sistema fondato su un apprezzamento globale di tutte le conseguenze pregiudizievoli dell’ingiusta detenzione attraverso il ricorso a criteri equitativi o a parametri aritmetici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3904569
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