Il capitolo inserito nel volume collettaneo mira ad evidenziare le scelte legislative - emergenti sulla scorta dell'elaborazione giurisprudenziale della Corte costituzionale e del giudice di legittimità - adottate a proposito dell'esecuzione della sanzione penale nei confronti del minorenne. L’idea di fondo che lega le diverse proclamazioni di principi non può prescindere dalla tesi secondo la quale la esigenza di difesa del minore di età non può essere desunta semplicemente dal suo stato di oggettiva debolezza, in quanto occorre proteggere l’individuo in funzione della valorizzazione delle sue potenzialità e delle sue capacità. L’immediata trasposizione di questa riflessione nel campo della repressione penale consente di percepire con immediatezza le ragioni di quanti escludono la compatibilità del ricorso ai meccanismi esecutivi della pena, utilizzati per il maggiorenne, nei confronti del minore di età, poiché quel principio di protezione non può che tradursi in doverose esigenze di “differenziazione”, fino al punto di sottrarre il minorenne dallo stesso circuito penale. Lo studio è affrontato secondo la seguente impostazione: 1. Le fonti. – 2. Le scelte legislative e le indicazioni emerse dalla Corte costituzionale. – 3. La disciplina: a) il rinvio alle previsioni applicabili ai maggiorenni. – 4. Segue: b) le disposizioni specifiche per i condannati minorenni. – 5. Segue: c) le modalità esecutive. – 6. Segue: d) gli organi del controllo in sede di giurisdizione esecutiva. – 7. Gli effetti determinati dall’esecuzione di una pluralità di condanne.

L'esecuzione penale a carico dei minorenni,

KALB, Luigi
2013-01-01

Abstract

Il capitolo inserito nel volume collettaneo mira ad evidenziare le scelte legislative - emergenti sulla scorta dell'elaborazione giurisprudenziale della Corte costituzionale e del giudice di legittimità - adottate a proposito dell'esecuzione della sanzione penale nei confronti del minorenne. L’idea di fondo che lega le diverse proclamazioni di principi non può prescindere dalla tesi secondo la quale la esigenza di difesa del minore di età non può essere desunta semplicemente dal suo stato di oggettiva debolezza, in quanto occorre proteggere l’individuo in funzione della valorizzazione delle sue potenzialità e delle sue capacità. L’immediata trasposizione di questa riflessione nel campo della repressione penale consente di percepire con immediatezza le ragioni di quanti escludono la compatibilità del ricorso ai meccanismi esecutivi della pena, utilizzati per il maggiorenne, nei confronti del minore di età, poiché quel principio di protezione non può che tradursi in doverose esigenze di “differenziazione”, fino al punto di sottrarre il minorenne dallo stesso circuito penale. Lo studio è affrontato secondo la seguente impostazione: 1. Le fonti. – 2. Le scelte legislative e le indicazioni emerse dalla Corte costituzionale. – 3. La disciplina: a) il rinvio alle previsioni applicabili ai maggiorenni. – 4. Segue: b) le disposizioni specifiche per i condannati minorenni. – 5. Segue: c) le modalità esecutive. – 6. Segue: d) gli organi del controllo in sede di giurisdizione esecutiva. – 7. Gli effetti determinati dall’esecuzione di una pluralità di condanne.
2013
9788865210642
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3946004
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