Quando nel giugno del 1930 monsignor Bertazzoni fu eletto vescovo delle diocesi unite di Potenza e Marsico Nuovo (vi farà ingresso il 29 settembre dello stesso anno), il suo animo, come racconta don Gerardo Messina, rimase stretto tra la necessità di obbedire ad un volere superiore e il timore per una missione impegnativa a cui la Provvidenza lo stava chiamando . Non conosceva la terra di Basilicata ma, come è ampiamente documentato dalle fonti dirette prodotte negli oltre trent’anni di episcopato potentino e dagli studi condotti sulla sua opera umana e pastorale, da essa non volle mai più staccarsi. L’amore per la terra lucana nasceva, con molta probabilità, proprio dalle intime contraddizioni che la segnavano, oltre che dallo stato di profonda e perenne emergenza che l’aveva geneticamente condizionata a cavallo tra i secoli XIX e XX. Pare ormai acclarato che Augusto Bertazzoni abbia scoperto la Lucania vivendola e attraversandola in lungo e in largo, amandola profondamente proprio a partire dai suoi inquietanti limiti: è per questa ragione che tracciare il profilo del duro contesto storico culturale che precedette l’arrivo del vescovo nativo di Polesine di Pegognaga (in provincia di Mantova), è fondamentale per comprendere appieno la natura del territorio e degli uomini per i quali fu chiamato a svolgere la sua lunga azione pastorale. La Basilicata del primo Novecento, pertanto, costituisce la quinta scenica dinanzi alla quale si svolgerà la lunga ed intensa opera di monsignor Bertazzoni, i cui echi di grandezza sono stati tramandati fino ad oggi da una comunità che al suo vescovo ha riservato un posto di assoluto primo piano nella propria memoria.
Titolo: | La Basilicata nel primo Novecento |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2013 |
Abstract: | Quando nel giugno del 1930 monsignor Bertazzoni fu eletto vescovo delle diocesi unite di Potenza e Marsico Nuovo (vi farà ingresso il 29 settembre dello stesso anno), il suo animo, come racconta don Gerardo Messina, rimase stretto tra la necessità di obbedire ad un volere superiore e il timore per una missione impegnativa a cui la Provvidenza lo stava chiamando . Non conosceva la terra di Basilicata ma, come è ampiamente documentato dalle fonti dirette prodotte negli oltre trent’anni di episcopato potentino e dagli studi condotti sulla sua opera umana e pastorale, da essa non volle mai più staccarsi. L’amore per la terra lucana nasceva, con molta probabilità, proprio dalle intime contraddizioni che la segnavano, oltre che dallo stato di profonda e perenne emergenza che l’aveva geneticamente condizionata a cavallo tra i secoli XIX e XX. Pare ormai acclarato che Augusto Bertazzoni abbia scoperto la Lucania vivendola e attraversandola in lungo e in largo, amandola profondamente proprio a partire dai suoi inquietanti limiti: è per questa ragione che tracciare il profilo del duro contesto storico culturale che precedette l’arrivo del vescovo nativo di Polesine di Pegognaga (in provincia di Mantova), è fondamentale per comprendere appieno la natura del territorio e degli uomini per i quali fu chiamato a svolgere la sua lunga azione pastorale. La Basilicata del primo Novecento, pertanto, costituisce la quinta scenica dinanzi alla quale si svolgerà la lunga ed intensa opera di monsignor Bertazzoni, i cui echi di grandezza sono stati tramandati fino ad oggi da una comunità che al suo vescovo ha riservato un posto di assoluto primo piano nella propria memoria. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11386/3969003 |
Appare nelle tipologie: | 4.1.2 Proceedings con ISBN |