Nell’ottica dei Disabilities Studies, il saggio si propone di analizzare la figura della sordomuta in Hide and Seek di Wilkie Collins e in “Doctor Marigold” di Charles Dickens, per fare luce sulla visione della disabilità in un’epoca, quella vittoriana, che si interroga angosciosamente sui canali di trasmissione della menomazione, senza darsi risposte certe. Sebbene, secondo la critica più recente, “Collin’s novels construct disabled women as figures of eros rather than pathos”, il destino di Madonna in Hide and Seek non sembra di fatto discostarsi da quello delle protagoniste segnate da anomalie fisiche che popolano tanti romanzi coevi, specie se “sensazionali”: una eterna fanciullezza desessualizzata, che le colloca ai margini dell’economia sessuale normativa e, quindi, della trama. Se Collins elude lo spinoso problema dell’accesso del disabile al matrimonio e alla riproduzione ricorrendo alla provvidenziale agnizione finale, che spinge l’intreccio amoroso in un vicolo cieco grazie allo spettro dell’incesto, Dickens, invece, mette in questione i pregiudizi del periodo, normalizzando la perturbante diversità della sua eroina e conferendole lo status di moglie e di madre.
Femminilità e corpo anomalo: la figura della sordomuta in Collins e Dickens
DE GIOVANNI, Flora
2014
Abstract
Nell’ottica dei Disabilities Studies, il saggio si propone di analizzare la figura della sordomuta in Hide and Seek di Wilkie Collins e in “Doctor Marigold” di Charles Dickens, per fare luce sulla visione della disabilità in un’epoca, quella vittoriana, che si interroga angosciosamente sui canali di trasmissione della menomazione, senza darsi risposte certe. Sebbene, secondo la critica più recente, “Collin’s novels construct disabled women as figures of eros rather than pathos”, il destino di Madonna in Hide and Seek non sembra di fatto discostarsi da quello delle protagoniste segnate da anomalie fisiche che popolano tanti romanzi coevi, specie se “sensazionali”: una eterna fanciullezza desessualizzata, che le colloca ai margini dell’economia sessuale normativa e, quindi, della trama. Se Collins elude lo spinoso problema dell’accesso del disabile al matrimonio e alla riproduzione ricorrendo alla provvidenziale agnizione finale, che spinge l’intreccio amoroso in un vicolo cieco grazie allo spettro dell’incesto, Dickens, invece, mette in questione i pregiudizi del periodo, normalizzando la perturbante diversità della sua eroina e conferendole lo status di moglie e di madre.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.