L’articolo si focalizza sulla possibilità di realizzare ricostruzioni tridimensionali del patrimonio architettonico, implementando un’applicazione gratuita della Autodesk che permette di trasformare le prese fotografiche in vere e proprie scene 3D. Il funzionamento del software si basa sull’automatizzazione di un processo di reverse modelling, così, assumendo sempre validi i principi della fotogrammetria, è possibile stimare e conoscere la posizione nello spazio di ogni punto fotografato (ovviamente, purché collimabile in almeno tre prese). In particolare, le macchinose operazioni di riconoscimento dei punti omologhi avverranno per mezzo di un algoritmo di cloud computing, non richiedendo quindi, potenti calcolatori e limitando, di fatto, l’intervento del restitutore in questa fase. Le prese fotografiche impiegate per le elaborazioni grafiche che illustrano il contributo provengono da remoto, ovvero sono state collezionate in rete, acquisendole da fotografi e/o turisti anonimi, rintracciate e recuperate attraverso siti web di condivisione, per dimostrare così la possibilità di ottenere una foto-ricostruzione, sempre da remoto, di un’architettura nella sua geometria, texture ed colore. Infatti, la finalità di questo studio è anche quella di rendere disponibile, a un pubblico sempre più vasto, eventualmente anche privo di conoscenze specialistiche, informazioni valide e necessarie per tutelare architetture di interesse storico-artistico, preservandole dal possibile oblio, e favorirne la conoscenza attraverso l’utilizzo di queste nuove applicazioni per il rilievo dell’architettura. Sulla base del caso studio, quindi, si dimostrano le potenzialità ed anche gli eventuali limiti (valutando l’accuratezza del risultato finale) di queste nuove tecniche fotogrammetriche – semplici e automatiche – che sulla base di prese fotografiche dello stato attuale (o anche del passato, come nel caso di edifici ormai distrutti) permettono di coadiuvare le operazioni di recupero, anche solo virtuale, e la documentazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, riportando alla luce tracce oramai perdute.

Un corretto approccio alle tecniche di fotogrammetria low-cost: il caso di 123D Catch

MORENA, SARA;FIORILLO, FAUSTA
2014-01-01

Abstract

L’articolo si focalizza sulla possibilità di realizzare ricostruzioni tridimensionali del patrimonio architettonico, implementando un’applicazione gratuita della Autodesk che permette di trasformare le prese fotografiche in vere e proprie scene 3D. Il funzionamento del software si basa sull’automatizzazione di un processo di reverse modelling, così, assumendo sempre validi i principi della fotogrammetria, è possibile stimare e conoscere la posizione nello spazio di ogni punto fotografato (ovviamente, purché collimabile in almeno tre prese). In particolare, le macchinose operazioni di riconoscimento dei punti omologhi avverranno per mezzo di un algoritmo di cloud computing, non richiedendo quindi, potenti calcolatori e limitando, di fatto, l’intervento del restitutore in questa fase. Le prese fotografiche impiegate per le elaborazioni grafiche che illustrano il contributo provengono da remoto, ovvero sono state collezionate in rete, acquisendole da fotografi e/o turisti anonimi, rintracciate e recuperate attraverso siti web di condivisione, per dimostrare così la possibilità di ottenere una foto-ricostruzione, sempre da remoto, di un’architettura nella sua geometria, texture ed colore. Infatti, la finalità di questo studio è anche quella di rendere disponibile, a un pubblico sempre più vasto, eventualmente anche privo di conoscenze specialistiche, informazioni valide e necessarie per tutelare architetture di interesse storico-artistico, preservandole dal possibile oblio, e favorirne la conoscenza attraverso l’utilizzo di queste nuove applicazioni per il rilievo dell’architettura. Sulla base del caso studio, quindi, si dimostrano le potenzialità ed anche gli eventuali limiti (valutando l’accuratezza del risultato finale) di queste nuove tecniche fotogrammetriche – semplici e automatiche – che sulla base di prese fotografiche dello stato attuale (o anche del passato, come nel caso di edifici ormai distrutti) permettono di coadiuvare le operazioni di recupero, anche solo virtuale, e la documentazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, riportando alla luce tracce oramai perdute.
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