Le diversità culturali, permeano tutti i processi sociali e non soltanto perché, in contesti diversi, ci si trova a entrare in contatto con persone che provengono da altri paesi, ma più in generale per il fatto che nell’atto della relazione, che è relazione comunicativa, si deve tener conto di ruoli e livelli culturali differenti, e, quindi la comunicazione diviene comunicazione interculturale, intesa come la negoziazione di significati tra “Noi” e gli “Altri”. Oggi non si può non pensare alla comunicazione interculturale (politically correct, per usare un eufemismo) perché essa è l’unica alternativa al conflitto, configurandosi come un’interazione dialogica tendente alla valo-rizzazione di tutte le istanze in gioco e del raggiungimento di punti di equilibrio che siano riconosciuti dalle parti coinvolte - “Noi” e gli “Altri”. L’interculturalità non accade nella società né accade nella scuola o sui libri di testo, ma è dai processi educativi che possono partire le trasformazioni del sistema cognitivo del soggetto, affinché l’esperienza di quest’ultimo si realizzi come vissuto sintetico-reinterpretativo di differenze. Un processo multidimensionale, di interazione tra soggetti dalle identità diverse, che attraverso l’incontro vivono un’esperienza profonda e complessa, di conflitto/accoglienza, come preziosa opportunità di crescita della cultura personale di ciascuno, nella prospettiva di cambiare tutto quello che è di ostacolo alla costruzione di una nuova convivenza civile e di una società aperta.
Noi e l’Altro: identità e riconoscimento
MANGONE, Emiliana
2015
Abstract
Le diversità culturali, permeano tutti i processi sociali e non soltanto perché, in contesti diversi, ci si trova a entrare in contatto con persone che provengono da altri paesi, ma più in generale per il fatto che nell’atto della relazione, che è relazione comunicativa, si deve tener conto di ruoli e livelli culturali differenti, e, quindi la comunicazione diviene comunicazione interculturale, intesa come la negoziazione di significati tra “Noi” e gli “Altri”. Oggi non si può non pensare alla comunicazione interculturale (politically correct, per usare un eufemismo) perché essa è l’unica alternativa al conflitto, configurandosi come un’interazione dialogica tendente alla valo-rizzazione di tutte le istanze in gioco e del raggiungimento di punti di equilibrio che siano riconosciuti dalle parti coinvolte - “Noi” e gli “Altri”. L’interculturalità non accade nella società né accade nella scuola o sui libri di testo, ma è dai processi educativi che possono partire le trasformazioni del sistema cognitivo del soggetto, affinché l’esperienza di quest’ultimo si realizzi come vissuto sintetico-reinterpretativo di differenze. Un processo multidimensionale, di interazione tra soggetti dalle identità diverse, che attraverso l’incontro vivono un’esperienza profonda e complessa, di conflitto/accoglienza, come preziosa opportunità di crescita della cultura personale di ciascuno, nella prospettiva di cambiare tutto quello che è di ostacolo alla costruzione di una nuova convivenza civile e di una società aperta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.