Lo scritto affronta le problematiche relative alla giurisdizione in materia fallimentare, con particolare riferimento al radicamento della giurisdizione fallimentare all’interno dell’Unione Europea ai sensi della normativa comunitaria vigente (reg. CE n. 1346/2000, recentemente “rifuso” nel reg. UE n. 848/2015); vengono, in particolare, messi a confronto i concetti di “sede legale” e di Centre of Main Interests (COMI) dell’impresa, quali criteri di individuazione della giurisdizione, instaurando un parallelismo tra gli orientamenti della Corte di Giustizia dell’Unione ed il diritto vivente interno. L’autore ritiene che la Corte europea – lungi dall’aver determinato una sorta di contrasto con la giurisprudenza italiana, che ha molto valorizzato il profilo dell’effettività della sede, legata al luogo dove vengono adottate le scelte direttive dell’impresa – abbia rafforzato la valenza della presunzione di corrispondenza tra sede legale e sede effettiva, senza travolgerla, anche a tutela dell’affidamento dei terzi. Vengono, quindi, illustrate, con riguardo agli artt. 9, 9-bis e 9-ter l. fall., le tematiche dell’individuazione del tribunale competente a dichiarare il fallimento, dei mezzi di controllo delle decisioni in materia di competenza fallimentare (attraverso i regolamenti di competenza necessario, facoltativo e d’ufficio) e dei sistemi di soluzione dei conflitti di competenza. La “specialità” della disciplina e le peculiarità delle situazioni normate non impediscono all’interprete di tenere a riferimento i principi generali della competenza in materia civile ed i risultati a cui, in questo àmbito, è pervenuto il diritto vivente.
GIURISDIZIONE E COMPETENZA
DE SANTIS, Francesco
2016
Abstract
Lo scritto affronta le problematiche relative alla giurisdizione in materia fallimentare, con particolare riferimento al radicamento della giurisdizione fallimentare all’interno dell’Unione Europea ai sensi della normativa comunitaria vigente (reg. CE n. 1346/2000, recentemente “rifuso” nel reg. UE n. 848/2015); vengono, in particolare, messi a confronto i concetti di “sede legale” e di Centre of Main Interests (COMI) dell’impresa, quali criteri di individuazione della giurisdizione, instaurando un parallelismo tra gli orientamenti della Corte di Giustizia dell’Unione ed il diritto vivente interno. L’autore ritiene che la Corte europea – lungi dall’aver determinato una sorta di contrasto con la giurisprudenza italiana, che ha molto valorizzato il profilo dell’effettività della sede, legata al luogo dove vengono adottate le scelte direttive dell’impresa – abbia rafforzato la valenza della presunzione di corrispondenza tra sede legale e sede effettiva, senza travolgerla, anche a tutela dell’affidamento dei terzi. Vengono, quindi, illustrate, con riguardo agli artt. 9, 9-bis e 9-ter l. fall., le tematiche dell’individuazione del tribunale competente a dichiarare il fallimento, dei mezzi di controllo delle decisioni in materia di competenza fallimentare (attraverso i regolamenti di competenza necessario, facoltativo e d’ufficio) e dei sistemi di soluzione dei conflitti di competenza. La “specialità” della disciplina e le peculiarità delle situazioni normate non impediscono all’interprete di tenere a riferimento i principi generali della competenza in materia civile ed i risultati a cui, in questo àmbito, è pervenuto il diritto vivente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.