Le aree verdi urbane rappresentano una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita nelle città. Oltre alle note finalità estetiche e ricreative, esse contribuiscono a mitigare l’inquinamento delle varie matrici ambientali (aria, acqua, suolo), migliorano il microclima delle città e mantengono la biodiversità. Tuttavia, ad oggi, tali funzioni e benefici risultano scarsamente integrate nelle politiche di gestione degli spazi aperti destinati, talvolta, a svolgere dei “non ruoli” quasi delle no-man’s land (Medda, Caschili, 2012), zone senza chiara identità ma distinguibili per le evidenti forme di incuria ed abbandono sia ambientale-sociale sia nel manufatto. Al contrario, questi servizi urbani, essendo funzionali al benessere della comunità locale, possono essere considerati a tutti gli effetti “beni comuni” alla cui gestione e cura devono concorrere in alleanza istituzioni e società civile. Infatti, come afferma Donolo (2010) “i beni comuni sono un insieme di beni necessariamente condivisi che permettono il dispiegarsi della vita sociale, la soluzione di problemi collettivi, la sussistenza dell’uomo nel suo rapporto con gli ecosistemi di cui è parte”. Su tali premesse si fonda il presente contributo che si pone da un lato l’obiettivo di effettuare una rassegna del contesto normativo nazionale in materia di verde urbano e dall’ altro delineare le principali linee di azioni da intraprendere nella pianificazione urbanistica per garantire modalità partecipative della collettività alla gestione del verde pubblico. In tale contesto, gli orti urbani rappresentano una straordinaria occasione per ricostruire una cittadinanza attiva, stimolando reti di aggregazione che arricchiscono e responsabilizzano in grado di: contribuire alla riqualificazione del tessuto urbano, favorendo il presidio del territorio; incentivare lo sviluppo e la diffusione di motivazioni comportamentali non individualistiche; contribuire al raggiungimento di obiettivi di equità sociale; concorrere al processo di accumulazione di capitale simbolico-identitario; incoraggiare la creazione di spazi di libertà positiva nella società e la loro espansione.

L'orto urbano come strumento per una gestione collettiva e responsabile del verde pubblico

CITARELLA, Germana
2016-01-01

Abstract

Le aree verdi urbane rappresentano una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita nelle città. Oltre alle note finalità estetiche e ricreative, esse contribuiscono a mitigare l’inquinamento delle varie matrici ambientali (aria, acqua, suolo), migliorano il microclima delle città e mantengono la biodiversità. Tuttavia, ad oggi, tali funzioni e benefici risultano scarsamente integrate nelle politiche di gestione degli spazi aperti destinati, talvolta, a svolgere dei “non ruoli” quasi delle no-man’s land (Medda, Caschili, 2012), zone senza chiara identità ma distinguibili per le evidenti forme di incuria ed abbandono sia ambientale-sociale sia nel manufatto. Al contrario, questi servizi urbani, essendo funzionali al benessere della comunità locale, possono essere considerati a tutti gli effetti “beni comuni” alla cui gestione e cura devono concorrere in alleanza istituzioni e società civile. Infatti, come afferma Donolo (2010) “i beni comuni sono un insieme di beni necessariamente condivisi che permettono il dispiegarsi della vita sociale, la soluzione di problemi collettivi, la sussistenza dell’uomo nel suo rapporto con gli ecosistemi di cui è parte”. Su tali premesse si fonda il presente contributo che si pone da un lato l’obiettivo di effettuare una rassegna del contesto normativo nazionale in materia di verde urbano e dall’ altro delineare le principali linee di azioni da intraprendere nella pianificazione urbanistica per garantire modalità partecipative della collettività alla gestione del verde pubblico. In tale contesto, gli orti urbani rappresentano una straordinaria occasione per ricostruire una cittadinanza attiva, stimolando reti di aggregazione che arricchiscono e responsabilizzano in grado di: contribuire alla riqualificazione del tessuto urbano, favorendo il presidio del territorio; incentivare lo sviluppo e la diffusione di motivazioni comportamentali non individualistiche; contribuire al raggiungimento di obiettivi di equità sociale; concorrere al processo di accumulazione di capitale simbolico-identitario; incoraggiare la creazione di spazi di libertà positiva nella società e la loro espansione.
2016
978-88-908926-2-2
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