Nell’aprile del 1930 in Italia arriva in tournée il Kamernyj teatr di Mosca, il teatro d’avanguardia fondato nel 1914 da Aleksandr Tairov. Le rappresentazioni realizzate a Torino, Milano, Roma e Firenze riscuotono un successo notevole di pubblico e di critica, sollecitando una serie di riflessioni particolarmente interessanti per la ricostruzione del contesto teatrale italiano di quegli anni. L’Italia, infatti, che sembra confinata in una situazione stagnante, dalla storiografia spesso identificata come un ritardo o un’anomalia rispetto alla sperimentazione europea, in realtà gradualmente sta elaborando una sua visione della regia e della costruzione dello spettacolo. I contatti con i grandi maestri che percorrono il paese, in particolare fra gli anni Venti e Trenta, contribuiscono in maniera significativa alla riflessione e alla formulazione di una nuova idea di teatro. Il saggio si sofferma in particolare sull’influenza esercitata dal passaggio italiano del Kamernyj su una delle voci più autorevoli e influenti della critica del tempo, Silvio d’Amico, dimostrando, attraverso l’analisi dei suoi scritti pubblicati fra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, la seria riconsiderazione da lui compiuta sul senso e le funzioni della regia.

Okno v buduščee. Aleksandr Tairov i stanovlenie ital'janskoj režissury

EGIDIO, Aurora Maria
2016-01-01

Abstract

Nell’aprile del 1930 in Italia arriva in tournée il Kamernyj teatr di Mosca, il teatro d’avanguardia fondato nel 1914 da Aleksandr Tairov. Le rappresentazioni realizzate a Torino, Milano, Roma e Firenze riscuotono un successo notevole di pubblico e di critica, sollecitando una serie di riflessioni particolarmente interessanti per la ricostruzione del contesto teatrale italiano di quegli anni. L’Italia, infatti, che sembra confinata in una situazione stagnante, dalla storiografia spesso identificata come un ritardo o un’anomalia rispetto alla sperimentazione europea, in realtà gradualmente sta elaborando una sua visione della regia e della costruzione dello spettacolo. I contatti con i grandi maestri che percorrono il paese, in particolare fra gli anni Venti e Trenta, contribuiscono in maniera significativa alla riflessione e alla formulazione di una nuova idea di teatro. Il saggio si sofferma in particolare sull’influenza esercitata dal passaggio italiano del Kamernyj su una delle voci più autorevoli e influenti della critica del tempo, Silvio d’Amico, dimostrando, attraverso l’analisi dei suoi scritti pubblicati fra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, la seria riconsiderazione da lui compiuta sul senso e le funzioni della regia.
2016
978-5-98287-107-7
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