Lo studio delle agorai della Magna Grecia si deve inquadrare necessariamente all’interno delle problematiche connesse alle poleis d’Occidente in genere o, comunque, di quelle di nuova fondazione. Per comprendere quindi le modalità di definizione e organizzazione dell’impianto di una città nuova, senza preesistenze o, comunque, con preesistenze che non ne condizionano la realizzazione, appare fin troppo ovvio che vada ulteriormente distinto il livello cronologico; al di là delle matrici culturali, che per alcune città possono essere comuni, non è possibile porre sullo stesso piano città come Sibari, Crotone, Taranto risalenti ancora all’VIII secolo a.C. – per fare solo alcuni esempi – con città fondate più di recente, del VII, come Metaponto o Poseidonia, o ancora con le fondazioni del V secolo come Turi o Eraclea di Lucania, e questo anche se ragionassimo per sincronismi perché ad essere differenti sono le premesse e quindi anche i processi di trasformazione successivi. In sostanza cronologia e aspetti strettamente locali sono livelli dai quali non si può prescindere quando si discute di modelli urbanistici anche perché talvolta l’inconscia tendenza alle analogie porta a farci dimenticare la necessità di tenere fermi alcuni punti. Modi e forme in cui gli apoikoi dividono lo spazio urbano abitativo, sacro e politico, sono determinati senza alcun dubbio da fattori culturali legati alle aree di provenienza degli oikisthentes, ma anche da ragioni di carattere geomorfologico o orografico che occorrerebbe sempre non perdere di vista quando si studia un insediamento. Queste considerazioni indurrebbero ad esaminare ogni apoikia singolarmente ed evitare generalizzazioni che in qualche caso, se spinte all’eccesso, possono trasformarsi in banalizzazioni che impediscono di comprendere in concreto la realtà delle poleis greche d’Occidente e delle relative agorai, vale a dire di quelli che sono ritenuti alcuni degli indicatori fondamentali dell’organizzazione dello spazio urbano perché effetto di un’organizzazione sociale e politica, tuttavia, spesso a noi ignota. Con queste premesse l'autore passa all'esame degli spazi pubblici di alcune apoikiai della Magna Grecia, Da Cuma a Sibari, SIbari-Thuri sino a Poseidonia e Neapolis.

Alcune riflessioni sullo spazio pubblico nelle poleis della Magna Grecia

LONGO, Fausto
2016-01-01

Abstract

Lo studio delle agorai della Magna Grecia si deve inquadrare necessariamente all’interno delle problematiche connesse alle poleis d’Occidente in genere o, comunque, di quelle di nuova fondazione. Per comprendere quindi le modalità di definizione e organizzazione dell’impianto di una città nuova, senza preesistenze o, comunque, con preesistenze che non ne condizionano la realizzazione, appare fin troppo ovvio che vada ulteriormente distinto il livello cronologico; al di là delle matrici culturali, che per alcune città possono essere comuni, non è possibile porre sullo stesso piano città come Sibari, Crotone, Taranto risalenti ancora all’VIII secolo a.C. – per fare solo alcuni esempi – con città fondate più di recente, del VII, come Metaponto o Poseidonia, o ancora con le fondazioni del V secolo come Turi o Eraclea di Lucania, e questo anche se ragionassimo per sincronismi perché ad essere differenti sono le premesse e quindi anche i processi di trasformazione successivi. In sostanza cronologia e aspetti strettamente locali sono livelli dai quali non si può prescindere quando si discute di modelli urbanistici anche perché talvolta l’inconscia tendenza alle analogie porta a farci dimenticare la necessità di tenere fermi alcuni punti. Modi e forme in cui gli apoikoi dividono lo spazio urbano abitativo, sacro e politico, sono determinati senza alcun dubbio da fattori culturali legati alle aree di provenienza degli oikisthentes, ma anche da ragioni di carattere geomorfologico o orografico che occorrerebbe sempre non perdere di vista quando si studia un insediamento. Queste considerazioni indurrebbero ad esaminare ogni apoikia singolarmente ed evitare generalizzazioni che in qualche caso, se spinte all’eccesso, possono trasformarsi in banalizzazioni che impediscono di comprendere in concreto la realtà delle poleis greche d’Occidente e delle relative agorai, vale a dire di quelli che sono ritenuti alcuni degli indicatori fondamentali dell’organizzazione dello spazio urbano perché effetto di un’organizzazione sociale e politica, tuttavia, spesso a noi ignota. Con queste premesse l'autore passa all'esame degli spazi pubblici di alcune apoikiai della Magna Grecia, Da Cuma a Sibari, SIbari-Thuri sino a Poseidonia e Neapolis.
2016
978-88-98066-34-6
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