La produzione e l’uso delle differenti tipologie di compost (letame compo-stato, compost da FORSU Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, am-mendante compostato verde e misto) sono il risultato della chiusura del ciclodel carbonio all’interno dell’azienda, tra aziende, tra settore agricolo ecivile/industriale. Fra le fonti di materiale organico stabilizzato da impiegareper favorire l’incremento di carbonio nel suolo, il letame è fra le migliori perla sua simultanea funzione ammendante, correttiva e nutrizionale. Il letame microbiologicamente stabilizzato (compostato) è oggi un bene didifficile reperibilità, sempre più raro e costoso. Ciò a causa di vari fattoriquali la dissociazione a livello aziendale tra attività zootecnica e produzionevegetale; la mancata adozione di tecnologie che riducano i tempi di otteni-mento del letame maturo (ad esempio il compostaggio in trincea; lamancanza di attrezzature aziendali come lo spandiletame, ecc). n diversi contesti ambientali, progetti di trasferimento condotti dal gruppodi frutticoltura dell’UNIBAS hanno evidenziato come, integrando attività zoo-tecnica e coltivazioni arboree, sia possibile produrre, con tecniche semplifi-cate e a costi contenuti, letame compostato di ottima qualità. Il principale punto critico da considerare nella catena del compost risultasempre la distanza tra i punti di approvvigionamento delle matrici da com-postare (letame e residui di potatura) ed il luogo di produzione/utilizzo delmateriale stabilizzato che non deve superare i pochi chilometri. Infatti gliinterventi più sostenibili risultano sempre quelli realizzati in aziende mistefrutticolo/ zootecniche o in condizioni territoriali in cui le aziende frutti-cole/viticole e quelle zootecniche distano fra loro pochi chilometri. In aziende con produzione di cascami verdi si può ricorrere all’uso di tecno-logie semplificate di compostaggio aziendale per la produzione di preziosiammendanti compostati verdi da utilizzare in particolare su colture sottoserra. Le ricerche condotte in questi anni hanno evidenziato una specificità nel-l’azione nutrizionale, soppressiva (controllo dei patogeni tellurici), biostimo-lativa dei diversi tipi di compost in relazione alle matrici utilizzate ed allatecnologia di compostaggio adottata (compost specifico per soluzione di specifici problemi). È stato evidenziato quindi come il compostaggio aziendale assuma semprepiù un ruolo centrale nell’ambito della sostenibilità dei sistemi agricoli. At-tualmente le ricerche sono concentrate sulla valutazione della sostenibilità(economica, ambientale e energetica) della filiera del compost in differenti scenari (campo coltivato, azienda agricola, reti di aziende, comparto agroalimentare).L’UNIBAS ha condotto esperienze di compostaggio presso aziende viticole incui gli apporti di compost sono realizzati una sola volta nell’anno, in generaledopo la vendemmia. In tali condizioni, metodi di compostaggio lenti come il“cumulo passivo” sono ideali in quanto valorizzano a pieno il materiale strut-turante derivante dalla potatura delle colture legnose, richiedono minimi costi di investimento e gestione, conseguono il compost maturo nell’arco temporale dell’anno, sincronizzato alle esigenze di apporto di ammendante dell’azienda viticola.
Esperienze di compostaggio aziendale
Pergola M.;CELANO, Giuseppe
2015
Abstract
La produzione e l’uso delle differenti tipologie di compost (letame compo-stato, compost da FORSU Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, am-mendante compostato verde e misto) sono il risultato della chiusura del ciclodel carbonio all’interno dell’azienda, tra aziende, tra settore agricolo ecivile/industriale. Fra le fonti di materiale organico stabilizzato da impiegareper favorire l’incremento di carbonio nel suolo, il letame è fra le migliori perla sua simultanea funzione ammendante, correttiva e nutrizionale. Il letame microbiologicamente stabilizzato (compostato) è oggi un bene didifficile reperibilità, sempre più raro e costoso. Ciò a causa di vari fattoriquali la dissociazione a livello aziendale tra attività zootecnica e produzionevegetale; la mancata adozione di tecnologie che riducano i tempi di otteni-mento del letame maturo (ad esempio il compostaggio in trincea; lamancanza di attrezzature aziendali come lo spandiletame, ecc). n diversi contesti ambientali, progetti di trasferimento condotti dal gruppodi frutticoltura dell’UNIBAS hanno evidenziato come, integrando attività zoo-tecnica e coltivazioni arboree, sia possibile produrre, con tecniche semplifi-cate e a costi contenuti, letame compostato di ottima qualità. Il principale punto critico da considerare nella catena del compost risultasempre la distanza tra i punti di approvvigionamento delle matrici da com-postare (letame e residui di potatura) ed il luogo di produzione/utilizzo delmateriale stabilizzato che non deve superare i pochi chilometri. Infatti gliinterventi più sostenibili risultano sempre quelli realizzati in aziende mistefrutticolo/ zootecniche o in condizioni territoriali in cui le aziende frutti-cole/viticole e quelle zootecniche distano fra loro pochi chilometri. In aziende con produzione di cascami verdi si può ricorrere all’uso di tecno-logie semplificate di compostaggio aziendale per la produzione di preziosiammendanti compostati verdi da utilizzare in particolare su colture sottoserra. Le ricerche condotte in questi anni hanno evidenziato una specificità nel-l’azione nutrizionale, soppressiva (controllo dei patogeni tellurici), biostimo-lativa dei diversi tipi di compost in relazione alle matrici utilizzate ed allatecnologia di compostaggio adottata (compost specifico per soluzione di specifici problemi). È stato evidenziato quindi come il compostaggio aziendale assuma semprepiù un ruolo centrale nell’ambito della sostenibilità dei sistemi agricoli. At-tualmente le ricerche sono concentrate sulla valutazione della sostenibilità(economica, ambientale e energetica) della filiera del compost in differenti scenari (campo coltivato, azienda agricola, reti di aziende, comparto agroalimentare).L’UNIBAS ha condotto esperienze di compostaggio presso aziende viticole incui gli apporti di compost sono realizzati una sola volta nell’anno, in generaledopo la vendemmia. In tali condizioni, metodi di compostaggio lenti come il“cumulo passivo” sono ideali in quanto valorizzano a pieno il materiale strut-turante derivante dalla potatura delle colture legnose, richiedono minimi costi di investimento e gestione, conseguono il compost maturo nell’arco temporale dell’anno, sincronizzato alle esigenze di apporto di ammendante dell’azienda viticola.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.