Nel presente lavoro si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di intervento nella gestione dell'oliveto finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima, volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola, è stata condotta in un oliveto situato in agro di Matera. I trattamenti a confronto sono: i) spandimento di Acqua di Vegetazione (AV); ii) distribuzione di Compost da Sansa olearia (CS1); iii) distribuzione di Compost da Sansa olearia in dose doppia (CS2); iv) distribuzione di Concime Organo Minerale (COM) rappresentante il controllo. Il secondo tipo di intervento si è basato sull'adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni. In un oliveto situato in agro di Ferrandina (MT), sono stati posti a confronto due sistemi di gestione: i) Aziendale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura), e ii) Sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching). A tre anni dall'inizio della prova, l'apporto di compost da sansa olearia (CS1) ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del carbonio organico apportato con effetti positivi sulla stabilità degli aggregati. Nel sistema di gestione Sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, nella gestione Aziendale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all'innesco di processi di erosione incanalata ed conseguenze negative sulla formazione di una riserva idrica negli strati più profondi.

Gestione del suolo per una olivicoltura sostenibile

CELANO, Giuseppe;
2010-01-01

Abstract

Nel presente lavoro si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di intervento nella gestione dell'oliveto finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima, volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola, è stata condotta in un oliveto situato in agro di Matera. I trattamenti a confronto sono: i) spandimento di Acqua di Vegetazione (AV); ii) distribuzione di Compost da Sansa olearia (CS1); iii) distribuzione di Compost da Sansa olearia in dose doppia (CS2); iv) distribuzione di Concime Organo Minerale (COM) rappresentante il controllo. Il secondo tipo di intervento si è basato sull'adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni. In un oliveto situato in agro di Ferrandina (MT), sono stati posti a confronto due sistemi di gestione: i) Aziendale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura), e ii) Sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching). A tre anni dall'inizio della prova, l'apporto di compost da sansa olearia (CS1) ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del carbonio organico apportato con effetti positivi sulla stabilità degli aggregati. Nel sistema di gestione Sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, nella gestione Aziendale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all'innesco di processi di erosione incanalata ed conseguenze negative sulla formazione di una riserva idrica negli strati più profondi.
2010
9788890273247
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