La scrittura drammatica di Pier Paolo Pasolini assume un ruolo centrale all’interno del panorama teatrale del Novecento e, a distanza di tempo, continua a porre problematici spunti di riflessione. La scena, infatti, risulta una modalità accogliente per esprimere un’interiorità poetica complessa che traduce i propri spettri in immagini, proiezioni oniriche, corporeità fittizie e ridefinisce la relazione tra autore, attore e spettatore. Dalle esperienze didattiche fino alla formalizzazione delle opere drammatiche, il teatro costituisce per Pasolini un’occasione privilegiata per stimolare un potenziale creativo individuale da intarsiare nella tela di un patrimonio comune impossibile da descrivere in dati reali, ma rappresentabile come invenzione di un’anima collettiva. Il saggio intende percorrere il valore “educativo” del teatro di Pasolini, attraversando le tappe che sanciscono l’assunzione del teatro come arte necessaria, luogo della poesia, spazio della formazione. In particolare, l’indagine si sofferma sull’intervento più diretto che Pasolini opera sul teatro, ovvero, il Manifesto per un nuovo Teatro, sorta di manuale pedagogico che indica l’unica possibilità di salvezza per un’umanità immersa in un falso espressivo e comunicativo: un’utopia che cerca in una nuova idea di teatro epico l’essenza dell’esperienza artistica, la coincidenza fra arte e vita in nome di una disperata percezione dell’esistenza.
Pasolini e il teatro: luogo della poesia, spazio della formazione
SAPIENZA, Annamaria
2017
Abstract
La scrittura drammatica di Pier Paolo Pasolini assume un ruolo centrale all’interno del panorama teatrale del Novecento e, a distanza di tempo, continua a porre problematici spunti di riflessione. La scena, infatti, risulta una modalità accogliente per esprimere un’interiorità poetica complessa che traduce i propri spettri in immagini, proiezioni oniriche, corporeità fittizie e ridefinisce la relazione tra autore, attore e spettatore. Dalle esperienze didattiche fino alla formalizzazione delle opere drammatiche, il teatro costituisce per Pasolini un’occasione privilegiata per stimolare un potenziale creativo individuale da intarsiare nella tela di un patrimonio comune impossibile da descrivere in dati reali, ma rappresentabile come invenzione di un’anima collettiva. Il saggio intende percorrere il valore “educativo” del teatro di Pasolini, attraversando le tappe che sanciscono l’assunzione del teatro come arte necessaria, luogo della poesia, spazio della formazione. In particolare, l’indagine si sofferma sull’intervento più diretto che Pasolini opera sul teatro, ovvero, il Manifesto per un nuovo Teatro, sorta di manuale pedagogico che indica l’unica possibilità di salvezza per un’umanità immersa in un falso espressivo e comunicativo: un’utopia che cerca in una nuova idea di teatro epico l’essenza dell’esperienza artistica, la coincidenza fra arte e vita in nome di una disperata percezione dell’esistenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.