Il contributo analizza il fenomeno dei dozens, giochi verbali di insulti in rima della tradizione africana-americana precursori del rap. Qui, la comunicazione si fa fortemente identitaria, nel senso che il linguaggio utilizzato, i codici e le regole stesse, sia linguistiche che etiche, sono elementi che costruiscono e confermano l’appartenenza a una comunità. La storia stessa da cui nascono i dozens, che affonda le radici in alcuni rituali dell’Africa occidentale e poi nelle tecniche di sopravvivenza degli schiavi, che utilizzavano l’insulto verbale per non aggredire fisicamente quelli che tra loro vivevano in condizioni migliori, i cosiddetti «house slaves», racconta di uno strumento orale proprio di una comunità, che utilizza, peraltro, l’ironia e il grottesco per esorcizzare una condizione difficile di vita. I dozens prevedono sempre l’insulto rituale, ovvero regolamentato e «depotenziato» dall’obbligo a restare sul piano dell’irrealtà e sono generalmente rivolti alla madre dell’avversario (vengono, infatti, definiti anche con l’espressione “Yo mama”). È chiaro, quindi, che si tratta di un gioco che nasce e si articola dentro una logica evidentemente maschile e maschilista (che si vede riprodotta anche in una certa estetica del rap). Nondimeno, i dozens hanno la funzione fondamentale non solo di esorcizzazione di situazioni indesiderate, ma anche di vero e proprio confronto collettivo, in cui conta certamente l’abilità linguistica, ma dove allo stesso tempo il rispetto delle regole conferma e rafforza il rispetto reciproco e l’appartenenza alla comunità.
«Yo mama so...»: The Dozens as Verbal Street Art
ATTOLINO, Paola
2016
Abstract
Il contributo analizza il fenomeno dei dozens, giochi verbali di insulti in rima della tradizione africana-americana precursori del rap. Qui, la comunicazione si fa fortemente identitaria, nel senso che il linguaggio utilizzato, i codici e le regole stesse, sia linguistiche che etiche, sono elementi che costruiscono e confermano l’appartenenza a una comunità. La storia stessa da cui nascono i dozens, che affonda le radici in alcuni rituali dell’Africa occidentale e poi nelle tecniche di sopravvivenza degli schiavi, che utilizzavano l’insulto verbale per non aggredire fisicamente quelli che tra loro vivevano in condizioni migliori, i cosiddetti «house slaves», racconta di uno strumento orale proprio di una comunità, che utilizza, peraltro, l’ironia e il grottesco per esorcizzare una condizione difficile di vita. I dozens prevedono sempre l’insulto rituale, ovvero regolamentato e «depotenziato» dall’obbligo a restare sul piano dell’irrealtà e sono generalmente rivolti alla madre dell’avversario (vengono, infatti, definiti anche con l’espressione “Yo mama”). È chiaro, quindi, che si tratta di un gioco che nasce e si articola dentro una logica evidentemente maschile e maschilista (che si vede riprodotta anche in una certa estetica del rap). Nondimeno, i dozens hanno la funzione fondamentale non solo di esorcizzazione di situazioni indesiderate, ma anche di vero e proprio confronto collettivo, in cui conta certamente l’abilità linguistica, ma dove allo stesso tempo il rispetto delle regole conferma e rafforza il rispetto reciproco e l’appartenenza alla comunità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Yo Mama So....pdf
non disponibili
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
420.28 kB
Formato
Adobe PDF
|
420.28 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.