Interessante rilettura del Vocabolario filosofico-democratico, pubblicato anonimo a Venezia nel 1799, ad opera del gesuita svedese Lorenzo Ignazio Thjulen, vissuto stabilmente in Italia fino alla morte, autore di opere storiche e filosofiche, ma soprattutto di scritti polemici, ispirati all'insegnamento dell'abate Barruel. Nel saggio si illustrano minutamente i meccanismi messi in campo dall'autore che dilata sistematicamente nella spiegazione del lemma lo spazio espositivo di ciascuna voce, sfruttando nel senso indicato da Eco (di retorica degenerata) gli elementi puramente suggestivi e impressivi della comunicazione. Certo un testo 'anomalo' nel quale il rovesciamento dei valori ideologici della rivoluzione passa costantemente attraverso un meccanismo di travestimento parodico del lessico politico di quegli anni. Si tratta in ogni caso di vocaboli-pretesto attraverso cui l'autore costruisce la trama della sua polemica, spesso affidata all'insulto, che si tinge di toni lividi e astiosi, una polemica ben lontana dalla forza argomentativa di una seria ideologia politica. In realtà proprio questo vocabolario, solo apparentemente un'opera lessicografica, sembra dare la misura esatta dell'angustia di pregiudizio che in un momento di grande svolta storica rischia di risultare la norma dominante, esclusiva, dei moti di reazione.
Tra azione e reazione: il "Vocabolario filosofico-democratico" di Lorenzo Ignazio Thjulen
MONTANILE, Filomena
2014-01-01
Abstract
Interessante rilettura del Vocabolario filosofico-democratico, pubblicato anonimo a Venezia nel 1799, ad opera del gesuita svedese Lorenzo Ignazio Thjulen, vissuto stabilmente in Italia fino alla morte, autore di opere storiche e filosofiche, ma soprattutto di scritti polemici, ispirati all'insegnamento dell'abate Barruel. Nel saggio si illustrano minutamente i meccanismi messi in campo dall'autore che dilata sistematicamente nella spiegazione del lemma lo spazio espositivo di ciascuna voce, sfruttando nel senso indicato da Eco (di retorica degenerata) gli elementi puramente suggestivi e impressivi della comunicazione. Certo un testo 'anomalo' nel quale il rovesciamento dei valori ideologici della rivoluzione passa costantemente attraverso un meccanismo di travestimento parodico del lessico politico di quegli anni. Si tratta in ogni caso di vocaboli-pretesto attraverso cui l'autore costruisce la trama della sua polemica, spesso affidata all'insulto, che si tinge di toni lividi e astiosi, una polemica ben lontana dalla forza argomentativa di una seria ideologia politica. In realtà proprio questo vocabolario, solo apparentemente un'opera lessicografica, sembra dare la misura esatta dell'angustia di pregiudizio che in un momento di grande svolta storica rischia di risultare la norma dominante, esclusiva, dei moti di reazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.