Pochi mesi dopo la sua partecipazione al “Convegno di Capri per la bellezza paesistica” tenutosi nel 1922, Plinio Marconi intraprende un attento studio iconografico dell’architettura dell’isola delle Sirene nonché di qualche edificio “saraceno” della costiera Amalfitana . Disegni a matita o a china che rappresentano quell’architettura spontanea, anonima, “minima”, già apprezzata da Karl Friedrich Schinkel nel suo primo viaggio in Italia e dal viennese Josef Hoffmann alla fine dell’Ottocento . L’interesse per quelle caratteristiche costruzioni vernacolari non proviene soltanto dalla valenza pittoresca e dal loro legame con la natura e la terra. I disegni di Marconi mettono perfettamente in rilievo le composizioni volumetriche, i contrasti luminosi, le scelte razionali dei materiali costruttivi, l’assenza di elementi decorativi superflui, sottolineando in tal modo le affinità con le soluzioni adottate dall’architettura moderna europea. E così l’attenta disamina delle costruzioni vernacolari capresi – ma anche delle dimore tradizionali dell’agro viterbese – trova una sfaccettata e significativa ricaduta nella progettazione della borgata-giardino della Garbatella a cui Marconi collabora alacremente a partire dal 1920 come Direttore dei lavori ma anche come progettista al fianco di professionisti rinomati come Gustavo Giovannoni – progettista del piano assieme all’ingegnere dell’Ufficio tecnico dell’Istituto per le Case Popolari, Massimo Piacentini.
Plinio Marconi e l'architettura "senza nomi" tra Capri e Vitorchiano
Simona Talenti
2017
Abstract
Pochi mesi dopo la sua partecipazione al “Convegno di Capri per la bellezza paesistica” tenutosi nel 1922, Plinio Marconi intraprende un attento studio iconografico dell’architettura dell’isola delle Sirene nonché di qualche edificio “saraceno” della costiera Amalfitana . Disegni a matita o a china che rappresentano quell’architettura spontanea, anonima, “minima”, già apprezzata da Karl Friedrich Schinkel nel suo primo viaggio in Italia e dal viennese Josef Hoffmann alla fine dell’Ottocento . L’interesse per quelle caratteristiche costruzioni vernacolari non proviene soltanto dalla valenza pittoresca e dal loro legame con la natura e la terra. I disegni di Marconi mettono perfettamente in rilievo le composizioni volumetriche, i contrasti luminosi, le scelte razionali dei materiali costruttivi, l’assenza di elementi decorativi superflui, sottolineando in tal modo le affinità con le soluzioni adottate dall’architettura moderna europea. E così l’attenta disamina delle costruzioni vernacolari capresi – ma anche delle dimore tradizionali dell’agro viterbese – trova una sfaccettata e significativa ricaduta nella progettazione della borgata-giardino della Garbatella a cui Marconi collabora alacremente a partire dal 1920 come Direttore dei lavori ma anche come progettista al fianco di professionisti rinomati come Gustavo Giovannoni – progettista del piano assieme all’ingegnere dell’Ufficio tecnico dell’Istituto per le Case Popolari, Massimo Piacentini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.