Il pane caldo. Nutrimenti per lo spirito nel Medioevo pre-aristotelico. Traendo spunto dalla disputa sulla corretta interpretazione del vaticinio di Isaia sulla nascita dell’Emmanuele, accesa verso la metà del sec. XII tra due maestri di esegesi della Scuola di San Vittore, Riccardo e Andrea, il presente studio evidenzia la tendenza tipica della mentalità altomedievale di riconoscere particolare valore simbolico alle “res” corporee, e in particolare agli alimenti, nutrimenti e bevande, le cui immagini significati utilizzate dalla Sacra Scrittura per connotare semanticamente le fasi del processo di ascesa dell’intelligenza spirituale dall’ordine della sensibilità alle essenze trascendenti. Alla trattazione generica di tale tematica si accosta nella seconda parte del saggio il caso specifico del trattato "De panibus" di Pietro di Celle, nel quale le molteplici tipologie, funzioni, utilizzazioni liturgiche e non, del pane catalogabili a partire da informazioni provenienti dall’intera sacra scrittura consentono, se sottoposte ad una corretta esegesi allegorico-spirituale, l’elaborazione di una organica guida all’educazione religiosa del credente, dalle premesse ontologiche all’operatività sacramentale degli interventi divini nella storia fino alla conclusione escatologica dei tempi creaturali e all’instaurazione di una civiltà eticamente perfetta, fondata sulla virtù e la pace tra i credenti, per mezzo del trionfo assoluto della carità. L’indagine conduce a risultati inattesi e significativi per la corretta comprensione delle coordinate generali della storia del pensiero alto-medievale e la costruzione di un sistema di principi valutativi dell’ermeneutica scritturale in assenza dello sfondo speculativo aristotelico e dei criteri epistemologici ad esso connessi.
Il pane caldo. Nutrimenti per lo spirito nel Medioevo pre-aristotelico
Giulio d'Onofrio
2017-01-01
Abstract
Il pane caldo. Nutrimenti per lo spirito nel Medioevo pre-aristotelico. Traendo spunto dalla disputa sulla corretta interpretazione del vaticinio di Isaia sulla nascita dell’Emmanuele, accesa verso la metà del sec. XII tra due maestri di esegesi della Scuola di San Vittore, Riccardo e Andrea, il presente studio evidenzia la tendenza tipica della mentalità altomedievale di riconoscere particolare valore simbolico alle “res” corporee, e in particolare agli alimenti, nutrimenti e bevande, le cui immagini significati utilizzate dalla Sacra Scrittura per connotare semanticamente le fasi del processo di ascesa dell’intelligenza spirituale dall’ordine della sensibilità alle essenze trascendenti. Alla trattazione generica di tale tematica si accosta nella seconda parte del saggio il caso specifico del trattato "De panibus" di Pietro di Celle, nel quale le molteplici tipologie, funzioni, utilizzazioni liturgiche e non, del pane catalogabili a partire da informazioni provenienti dall’intera sacra scrittura consentono, se sottoposte ad una corretta esegesi allegorico-spirituale, l’elaborazione di una organica guida all’educazione religiosa del credente, dalle premesse ontologiche all’operatività sacramentale degli interventi divini nella storia fino alla conclusione escatologica dei tempi creaturali e all’instaurazione di una civiltà eticamente perfetta, fondata sulla virtù e la pace tra i credenti, per mezzo del trionfo assoluto della carità. L’indagine conduce a risultati inattesi e significativi per la corretta comprensione delle coordinate generali della storia del pensiero alto-medievale e la costruzione di un sistema di principi valutativi dell’ermeneutica scritturale in assenza dello sfondo speculativo aristotelico e dei criteri epistemologici ad esso connessi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.