Il tema degli accordi prematrimoniali in vista del divorzio ha rappresentato uno dei più significativi luoghi di emersione della tendenza alla contrattualizzazione delle relazioni familiari , vera e propria cartina al tornasole per verificare il ruolo decisivo qui assunto dall’autonomia privata. In Italia, in presenza di un quadro normativo assai deficitario – come noto non è prevista alcuna disciplina specifica di queste forme contrattuali –, la giurisprudenza ha più volte avuto occasione di pronunciarsi circa la validità delle intese raggiunte dalle parti sull’assetto patrimoniale in previsione di un possibile futuro divorzio. Nell’apertura della giurisprudenza di legittimità si è ravvisato, peraltro, il tentativo di un adeguamento ai sistemi nordamericani, ove, al termine di una evoluzione storica non scevra di contraddizioni, nella quale un ruolo centrale ha giocato l’introduzione della regola del divorzio senza colpa (c.d. no fault divorce), tale genere di accordi (i c.dd. prenuptial agreements in contemplation of divorce) si è assai diffuso. La rinnovata vitalità delineata per l’autonomia negoziale in ambito familiare - che si ricava altresì dalla normativa comunitaria (Regolamento (UE) del Consiglio 20 dicembre 2010, n. 1259; Regolamento (CE) del Consiglio 18 dicembre 2008, n. 4/2009) - evidenzia l’intrinseca idoneità di tale principio a superare i confini tradizionali dei classici rapporti contrattuali a contenuto economico, sino a ricomprendere nella propria sfera concettuale e operativa anche gli accordi in cui l’interesse familiare sia organicamente compenetrato rispetto a quello patrimoniale (al punto da caratterizzarne in concreto la causa). Siffatta riflessione induce, ineluttabilmente, ad una più attenta indagine ed individuazione della effettiva motivazione sussistente alla base della decisione di stipulare un patto in vista della crisi coniugale, di là ed a prescindere dalla già ricordata finalità di predeterminare le conseguenze patrimoniali delle (concorde o meno) intenzione di interrompere la vita coniugale ed arginare così gli effetti in sede contenziosa.

Il cielo dei concetti giuridici e gli accordi della crisi familiare

Zambrano, Virginia
2017-01-01

Abstract

Il tema degli accordi prematrimoniali in vista del divorzio ha rappresentato uno dei più significativi luoghi di emersione della tendenza alla contrattualizzazione delle relazioni familiari , vera e propria cartina al tornasole per verificare il ruolo decisivo qui assunto dall’autonomia privata. In Italia, in presenza di un quadro normativo assai deficitario – come noto non è prevista alcuna disciplina specifica di queste forme contrattuali –, la giurisprudenza ha più volte avuto occasione di pronunciarsi circa la validità delle intese raggiunte dalle parti sull’assetto patrimoniale in previsione di un possibile futuro divorzio. Nell’apertura della giurisprudenza di legittimità si è ravvisato, peraltro, il tentativo di un adeguamento ai sistemi nordamericani, ove, al termine di una evoluzione storica non scevra di contraddizioni, nella quale un ruolo centrale ha giocato l’introduzione della regola del divorzio senza colpa (c.d. no fault divorce), tale genere di accordi (i c.dd. prenuptial agreements in contemplation of divorce) si è assai diffuso. La rinnovata vitalità delineata per l’autonomia negoziale in ambito familiare - che si ricava altresì dalla normativa comunitaria (Regolamento (UE) del Consiglio 20 dicembre 2010, n. 1259; Regolamento (CE) del Consiglio 18 dicembre 2008, n. 4/2009) - evidenzia l’intrinseca idoneità di tale principio a superare i confini tradizionali dei classici rapporti contrattuali a contenuto economico, sino a ricomprendere nella propria sfera concettuale e operativa anche gli accordi in cui l’interesse familiare sia organicamente compenetrato rispetto a quello patrimoniale (al punto da caratterizzarne in concreto la causa). Siffatta riflessione induce, ineluttabilmente, ad una più attenta indagine ed individuazione della effettiva motivazione sussistente alla base della decisione di stipulare un patto in vista della crisi coniugale, di là ed a prescindere dalla già ricordata finalità di predeterminare le conseguenze patrimoniali delle (concorde o meno) intenzione di interrompere la vita coniugale ed arginare così gli effetti in sede contenziosa.
2017
978-88-495-3400-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4708384
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