The degree of civilization of a society, of a people, of a nation, is measured, today, also by the way in which it has been faced, in whole or in part, and resolved the problem of eliminating architectural barriers that, in fact, deny accessibility, usability and usability of buildings and parts of the city, ancient, historical, modern and contemporary. Legend has it that in ancient Sparta, Greek polis, with severe and intransigent costumes, newborns with malformations were brutally and cruelly thrown from the cliff, because society was composed only of healthy and strong adults. Diseases that caused handicaps (poliomyelitis, muscular dystrophies, etc.) have almost all been eradicated in the Western world and evolved thanks to vaccines and medical advances. When I was a child, in the 50s, the only attention to this problem was given by the existence of reserved seats on trains and trams to "mutilated and disabled in war and work". The Italian Constitution, indeed, in art. 3 guarantees the equality of all citizens also in terms of rights to use spaces and places. In historic buildings and ancient buildings, in some cases, the problem was mitigated by creating comfortable staircases, to overcome differences in height, and the location of the main residence on the first floor, also called "piano nobile". Disability can be permanent, for innate reasons or health interventions, or that of elderly people, but also temporary, or referred to a time or limited period, of normally healthy people (pregnant women, mothers with prams or strollers, injured people, etc.). The scientific work presented thus illustrates the legislative and normative evolution and indicates the problematic extended to the city, its structures, its services, its buildings. The speech is complex and is addressed, in fact, under the regulatory, legislative, planning, technological, social, etc. It concerns both all that exists and deserves and must be civilly adequate, as far as possible. Relevant attention deserve the continuity in the network of successive and related utilities, such as: residence-public transport-services and public works of the city (municipalities, hospitals, schools, public offices, libraries, sports facilities, stadiums, churches, public spaces in general, etc.). The uniqueness of the Italian situation is that it also boasts a vast architectural, archaeological and historical heritage, also with considerable problems of architectural barriers that are still unresolved or partially solved (Herculaneum, Pompeii, Roman Forums of Rome, etc.). It also relates to everything that needs to be designed from scratch; in this case its solution - according to an integrated and multidisciplinary approach - is the conditio sine qua non the work, the building, etc., can be declared accessible and usable by the company in its complex and extended use. The volume deals with the role that, in addressing and solving this problem, a multiplicity of subjects: public bodies and public administrators, the professional world, the business world, economic operators, the world of transport, associations sector, etc. A particular awareness, in this sense, for some years, also comes from some universities, as a body appointed to train engineers and architects, designers of the future. The PEBA is a specialist urbanistic implementation tool, at a municipal level, which until now has been adopted only in a few Italian municipalities, also considering that only some Italian regions support financially the implementation of the plan with dedicated funding. The fact remains that, abroad, in some European and foreign capitals, the problem has already been dealt with and resolved brilliantly, for some years now, with continuous updates and improvements. The volume is divided into two parts: the first deals with the problem of eliminating architectural barriers on a general level, while the second deals with merit. The volume is divided into two sections: the first deals more generally with issues of accessibility and inclusiveness, even with international references; the second deals specifically with the issue of PEBA, with particular reference to the state of the art in Italy as well as to a methodological proposal developed in the context of a research initiated by the scientific areas of Technical and Urban Architecture of the Civil Engineering Department of University of Salerno. In particular, these are the topics covered. Introduction - Universal Design, for an inclusive design First part - International experiences: the cases of Helsinki and London - Accessibility of cities - Shared Space: the design and representation of shared space - Accessibility and usability of sites of cultural interest: the case of the Certosa di Padula - Solutions for accessibility of historic buildings, between conservation and automation - Disability and workplaces - Management through digital technologies Second part - The experiences of PEBA in Italy - The urban-systemic approach - A methodological proposal for drafting - The PEBA, an instrument integrating the urban planning standard Afterword - Right to the city between militancy, theory and practice

Il grado di civiltà di una società, di un popolo, di una nazione, si misura, oggi, anche dal modo col quale è stata affrontata, in tutto o in parte, e risolta la problematica della eliminazione delle barriere architettoniche che, di fatto, negano l’accessibilità, la visitabilità e la fruibilità di edifici e di parti della città, antica, storica, moderna e contemporanea. La leggenda racconta che, nell’antica Sparta, polis greca, dai costumi severi e intransigenti, i neonati con malformazioni venissero brutalmente e crudelmente gettati dalla rupe, perché la società fosse composta solo da adulti sani e forti. Le malattie che causavano handicap (poliomielite, distrofie muscolari, ecc.) sono state quasi tutte debellate nel mondo occidentale ed evoluto grazie ai vaccini ed ai progressi della medicina. Quando ero piccolo, negli anni ’50, l’unica attenzione a questo problema era data dall’esistenza di posti riservati sui treni e sui tram ai “mutilati ed invalidi di guerra e del lavoro”. La Costituzione italiana, invero, all’art. 3 garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini anche in termini di diritti di fruizione di spazi e di luoghi. Nell’edilizia storica e nei palazzi antichi, in alcuni casi, la problematica era mitigata realizzando comodi scaloni, per superare dislivelli, e la ubicazione della residenza principale al primo piano, detto anche “piano nobile”. La disabilità può essere permanente, per ragioni innate o intervenute di salute, o quella delle persone anziane, ma anche temporanea, ossia riferita ad un tempo o periodo circoscritto, di persone normalmente sane (donne incinte, mamme con carrozzine o passeggini, persone infortunate, ecc.). Il lavoro scientifico che si presenta illustra quindi l’evoluzione legislativa e normativa ed indica la problematica allargata alla città, alle sue strutture, ai suoi servizi, ai suoi edifici. Il discorso è complesso e viene affrontato, appunto, sotto l’aspetto normativo, legislativo, progettuale, tecnologico, sociale, ecc. Esso riguarda sia tutto ciò che è esistente e che merita e deve essere civilmente adeguato, fin dove ciò sarà possibile. Rilevante attenzione meritano la continuità nella rete delle successive e correlate utenze, quali: residenza-trasporto pubblico-servizi ed opere pubbliche della città (municipi, ospedali, scuole, uffici pubblici, biblioteche, impianti sportivi, stadi, chiese, spazi pubblici in generale, ecc.). Unicità della situazione italiana è che essa vanta anche un vastissimo patrimonio architettonico, archeologico e storico, anch’esso con notevoli problemi di barriere architettoniche tuttora irrisolti o risolti in parte (Ercolano, Pompei, Fori Imperiali di Roma, ecc.). Riguarda altresì anche tutto ciò che deve essere progettato ex-novo; in tal caso la sua soluzione – secondo un approccio integrato e multidisciplinare – è la conditio sine qua non l’opera, l’edificio, ecc., possa essere dichiarato agibile e fruibile da parte della società nella sua utenza complessa ed ampliata. Il volume tratta appunto del ruolo che hanno, nell’affrontare e risolvere questo problema, una molteplicità di soggetti: gli enti pubblici ed i pubblici amministratori, il mondo professionale, il mondo delle imprese, gli operatori economici, il mondo dei trasporti, le associazioni di settore, ecc. Particolare sensibilizzazione, in tal senso, da qualche anno, viene anche da alcune Università, quale organismo deputato a formare ingegneri ed architetti, progettisti del futuro. Il PEBA è uno strumento urbanistico attuativo specialistico, a livello comunale, che sinora è stato adottato solo in pochi comuni italiani, anche in considerazione del fatto che solo alcune regioni italiane supportano economicamente, con finanziamenti dedicati, l’attuazione del piano stesso. Resta il fatto che, all’estero, in alcune capitali europee e straniere, il problema è stato già affrontato e risolto brillantemente, già da alcuni anni, con continui aggiornamenti e miglioramenti. Il volume è suddiviso in due parti: la prima affronta la problematica della eliminazione delle barriere architettoniche a livello generale, la seconda invece entra nel merito. Il volume si suddivide in due sezioni: la prima affronta più in generale problematiche dell’accessibilità e dell’inclusività, anche con riferimenti internazionali; la seconda tratta, in maniera specifica, della tematica del PEBA, con particolare riferimento allo stato dell’arte in Italia nonché ad una proposta metodologica sviluppata nell’ambito di una ricerca avviata dalle aree scientifiche di Architettura Tecnica e Urbanistica del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno. In particolare, questi sono gli argomenti trattati. Introduzione - Universal Design, per una progettazione inclusiva Prima parte - Le esperienze internazionali: i casi di Helsinki e Londra - L’accessibilità delle città - Shared Space: la progettazione e la rappresentazione dello spazio condiviso - Accessibilità e fruibilità dei siti di interesse culturale: il caso della Certosa di Padula - Soluzioni per l’accessibilità degli edifici storici, tra conservazione e automazione - Disabilità e luoghi di lavoro - La gestione mediante tecnologie digitali Seconda parte - Le esperienze di PEBA in Italia - L’approccio urbanistico-sistemico - Una proposta metodologica per la redazione - Il PEBA, uno strumento integrativo dello standard urbanistico prestazionale Postfazione - Diritto alla città fra militanza, teoria e prassi

Il piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Un approccio integrato alla progettazione

Giacomo, DI Ruocco
2018-01-01

Abstract

The degree of civilization of a society, of a people, of a nation, is measured, today, also by the way in which it has been faced, in whole or in part, and resolved the problem of eliminating architectural barriers that, in fact, deny accessibility, usability and usability of buildings and parts of the city, ancient, historical, modern and contemporary. Legend has it that in ancient Sparta, Greek polis, with severe and intransigent costumes, newborns with malformations were brutally and cruelly thrown from the cliff, because society was composed only of healthy and strong adults. Diseases that caused handicaps (poliomyelitis, muscular dystrophies, etc.) have almost all been eradicated in the Western world and evolved thanks to vaccines and medical advances. When I was a child, in the 50s, the only attention to this problem was given by the existence of reserved seats on trains and trams to "mutilated and disabled in war and work". The Italian Constitution, indeed, in art. 3 guarantees the equality of all citizens also in terms of rights to use spaces and places. In historic buildings and ancient buildings, in some cases, the problem was mitigated by creating comfortable staircases, to overcome differences in height, and the location of the main residence on the first floor, also called "piano nobile". Disability can be permanent, for innate reasons or health interventions, or that of elderly people, but also temporary, or referred to a time or limited period, of normally healthy people (pregnant women, mothers with prams or strollers, injured people, etc.). The scientific work presented thus illustrates the legislative and normative evolution and indicates the problematic extended to the city, its structures, its services, its buildings. The speech is complex and is addressed, in fact, under the regulatory, legislative, planning, technological, social, etc. It concerns both all that exists and deserves and must be civilly adequate, as far as possible. Relevant attention deserve the continuity in the network of successive and related utilities, such as: residence-public transport-services and public works of the city (municipalities, hospitals, schools, public offices, libraries, sports facilities, stadiums, churches, public spaces in general, etc.). The uniqueness of the Italian situation is that it also boasts a vast architectural, archaeological and historical heritage, also with considerable problems of architectural barriers that are still unresolved or partially solved (Herculaneum, Pompeii, Roman Forums of Rome, etc.). It also relates to everything that needs to be designed from scratch; in this case its solution - according to an integrated and multidisciplinary approach - is the conditio sine qua non the work, the building, etc., can be declared accessible and usable by the company in its complex and extended use. The volume deals with the role that, in addressing and solving this problem, a multiplicity of subjects: public bodies and public administrators, the professional world, the business world, economic operators, the world of transport, associations sector, etc. A particular awareness, in this sense, for some years, also comes from some universities, as a body appointed to train engineers and architects, designers of the future. The PEBA is a specialist urbanistic implementation tool, at a municipal level, which until now has been adopted only in a few Italian municipalities, also considering that only some Italian regions support financially the implementation of the plan with dedicated funding. The fact remains that, abroad, in some European and foreign capitals, the problem has already been dealt with and resolved brilliantly, for some years now, with continuous updates and improvements. The volume is divided into two parts: the first deals with the problem of eliminating architectural barriers on a general level, while the second deals with merit. The volume is divided into two sections: the first deals more generally with issues of accessibility and inclusiveness, even with international references; the second deals specifically with the issue of PEBA, with particular reference to the state of the art in Italy as well as to a methodological proposal developed in the context of a research initiated by the scientific areas of Technical and Urban Architecture of the Civil Engineering Department of University of Salerno. In particular, these are the topics covered. Introduction - Universal Design, for an inclusive design First part - International experiences: the cases of Helsinki and London - Accessibility of cities - Shared Space: the design and representation of shared space - Accessibility and usability of sites of cultural interest: the case of the Certosa di Padula - Solutions for accessibility of historic buildings, between conservation and automation - Disability and workplaces - Management through digital technologies Second part - The experiences of PEBA in Italy - The urban-systemic approach - A methodological proposal for drafting - The PEBA, an instrument integrating the urban planning standard Afterword - Right to the city between militancy, theory and practice
2018
9788891770981
Il grado di civiltà di una società, di un popolo, di una nazione, si misura, oggi, anche dal modo col quale è stata affrontata, in tutto o in parte, e risolta la problematica della eliminazione delle barriere architettoniche che, di fatto, negano l’accessibilità, la visitabilità e la fruibilità di edifici e di parti della città, antica, storica, moderna e contemporanea. La leggenda racconta che, nell’antica Sparta, polis greca, dai costumi severi e intransigenti, i neonati con malformazioni venissero brutalmente e crudelmente gettati dalla rupe, perché la società fosse composta solo da adulti sani e forti. Le malattie che causavano handicap (poliomielite, distrofie muscolari, ecc.) sono state quasi tutte debellate nel mondo occidentale ed evoluto grazie ai vaccini ed ai progressi della medicina. Quando ero piccolo, negli anni ’50, l’unica attenzione a questo problema era data dall’esistenza di posti riservati sui treni e sui tram ai “mutilati ed invalidi di guerra e del lavoro”. La Costituzione italiana, invero, all’art. 3 garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini anche in termini di diritti di fruizione di spazi e di luoghi. Nell’edilizia storica e nei palazzi antichi, in alcuni casi, la problematica era mitigata realizzando comodi scaloni, per superare dislivelli, e la ubicazione della residenza principale al primo piano, detto anche “piano nobile”. La disabilità può essere permanente, per ragioni innate o intervenute di salute, o quella delle persone anziane, ma anche temporanea, ossia riferita ad un tempo o periodo circoscritto, di persone normalmente sane (donne incinte, mamme con carrozzine o passeggini, persone infortunate, ecc.). Il lavoro scientifico che si presenta illustra quindi l’evoluzione legislativa e normativa ed indica la problematica allargata alla città, alle sue strutture, ai suoi servizi, ai suoi edifici. Il discorso è complesso e viene affrontato, appunto, sotto l’aspetto normativo, legislativo, progettuale, tecnologico, sociale, ecc. Esso riguarda sia tutto ciò che è esistente e che merita e deve essere civilmente adeguato, fin dove ciò sarà possibile. Rilevante attenzione meritano la continuità nella rete delle successive e correlate utenze, quali: residenza-trasporto pubblico-servizi ed opere pubbliche della città (municipi, ospedali, scuole, uffici pubblici, biblioteche, impianti sportivi, stadi, chiese, spazi pubblici in generale, ecc.). Unicità della situazione italiana è che essa vanta anche un vastissimo patrimonio architettonico, archeologico e storico, anch’esso con notevoli problemi di barriere architettoniche tuttora irrisolti o risolti in parte (Ercolano, Pompei, Fori Imperiali di Roma, ecc.). Riguarda altresì anche tutto ciò che deve essere progettato ex-novo; in tal caso la sua soluzione – secondo un approccio integrato e multidisciplinare – è la conditio sine qua non l’opera, l’edificio, ecc., possa essere dichiarato agibile e fruibile da parte della società nella sua utenza complessa ed ampliata. Il volume tratta appunto del ruolo che hanno, nell’affrontare e risolvere questo problema, una molteplicità di soggetti: gli enti pubblici ed i pubblici amministratori, il mondo professionale, il mondo delle imprese, gli operatori economici, il mondo dei trasporti, le associazioni di settore, ecc. Particolare sensibilizzazione, in tal senso, da qualche anno, viene anche da alcune Università, quale organismo deputato a formare ingegneri ed architetti, progettisti del futuro. Il PEBA è uno strumento urbanistico attuativo specialistico, a livello comunale, che sinora è stato adottato solo in pochi comuni italiani, anche in considerazione del fatto che solo alcune regioni italiane supportano economicamente, con finanziamenti dedicati, l’attuazione del piano stesso. Resta il fatto che, all’estero, in alcune capitali europee e straniere, il problema è stato già affrontato e risolto brillantemente, già da alcuni anni, con continui aggiornamenti e miglioramenti. Il volume è suddiviso in due parti: la prima affronta la problematica della eliminazione delle barriere architettoniche a livello generale, la seconda invece entra nel merito. Il volume si suddivide in due sezioni: la prima affronta più in generale problematiche dell’accessibilità e dell’inclusività, anche con riferimenti internazionali; la seconda tratta, in maniera specifica, della tematica del PEBA, con particolare riferimento allo stato dell’arte in Italia nonché ad una proposta metodologica sviluppata nell’ambito di una ricerca avviata dalle aree scientifiche di Architettura Tecnica e Urbanistica del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno. In particolare, questi sono gli argomenti trattati. Introduzione - Universal Design, per una progettazione inclusiva Prima parte - Le esperienze internazionali: i casi di Helsinki e Londra - L’accessibilità delle città - Shared Space: la progettazione e la rappresentazione dello spazio condiviso - Accessibilità e fruibilità dei siti di interesse culturale: il caso della Certosa di Padula - Soluzioni per l’accessibilità degli edifici storici, tra conservazione e automazione - Disabilità e luoghi di lavoro - La gestione mediante tecnologie digitali Seconda parte - Le esperienze di PEBA in Italia - L’approccio urbanistico-sistemico - Una proposta metodologica per la redazione - Il PEBA, uno strumento integrativo dello standard urbanistico prestazionale Postfazione - Diritto alla città fra militanza, teoria e prassi
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4713344
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact