Per esorcizzare le minacce della mercificazione e rimettere l’architettura al servizio della collettività, per pensare finalmente un’architettura della democrazia, il testo propone di tornare a Vitruvio ed in particolare proprio alla nozione di “Venustas”, visto che proprio la “bellezza”, oggi declinata in termini di estetizzazione della merce, ha sedotto e attratto l’architettura tra le braccia del mercato. Naturalmente il teso non intende resuscitare vecchi fantasmi ideologici: propone – e giustamente, credo – di pensare differentemente l’articolazione e soprattutto la gerarchia tra democrazia, mercato e architettura.

Spettri di Vitruvio-The Ghosts of Vitruvius

Francesco Vitale
2016-01-01

Abstract

Per esorcizzare le minacce della mercificazione e rimettere l’architettura al servizio della collettività, per pensare finalmente un’architettura della democrazia, il testo propone di tornare a Vitruvio ed in particolare proprio alla nozione di “Venustas”, visto che proprio la “bellezza”, oggi declinata in termini di estetizzazione della merce, ha sedotto e attratto l’architettura tra le braccia del mercato. Naturalmente il teso non intende resuscitare vecchi fantasmi ideologici: propone – e giustamente, credo – di pensare differentemente l’articolazione e soprattutto la gerarchia tra democrazia, mercato e architettura.
2016
9788884972606
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4713873
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