Dipingere l’assenza, la lontananza, la mancanza: compito paradossale solo apparentemente, del tutto logico invece per chi ha a tema l’assenza come il venir meno delle cose e il loro essere altro da ciò che erano. Ma che in questo divenire, di questo divenire, lasciano tracce: indizi, ricordi, rimandi, che l’artista incontra, intuisce, percepisce, o sente venire da distanze incolmabili (quelle del pensiero e del cuore) o evoca (per un bisogno di riunire, per un attimo, l’infranto senza che questo voglia dire cancellarne le fratture che mai possono essere tolte, mai potranno essere cicatrizzate).

Memoria dell’irrappresentabile

Vincenzo COCCO
2016-01-01

Abstract

Dipingere l’assenza, la lontananza, la mancanza: compito paradossale solo apparentemente, del tutto logico invece per chi ha a tema l’assenza come il venir meno delle cose e il loro essere altro da ciò che erano. Ma che in questo divenire, di questo divenire, lasciano tracce: indizi, ricordi, rimandi, che l’artista incontra, intuisce, percepisce, o sente venire da distanze incolmabili (quelle del pensiero e del cuore) o evoca (per un bisogno di riunire, per un attimo, l’infranto senza che questo voglia dire cancellarne le fratture che mai possono essere tolte, mai potranno essere cicatrizzate).
2016
9788899742195
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4717842
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