Nel contributo sono stati utilizzati i dati dell’indagine Structure of Earnings Survey di Eurostat (2010), per confrontare i lavoratori del settore pubblico con quelli delle grandi imprese private (GIP), considerati maggiormente comparabili con i primi, in virtù delle regole che presiedono alla determinazione dei salari, mediante i modelli di decomposizione di Oaxaca-Blinder e Ñopo. I risultati mostrano l’esistenza di un premio salariale pubblico dovuto essenzialmente al segmento femminile della forza lavoro e alle retribuzioni orarie. I dipendenti pubblici con un basso livello di istruzione godono di un maggiore premio salariale. La discriminazione di genere appare maggiore nel settore pubblico che nelle GIP. Considerando però stime disaggregate per livello di istruzione si riscontra una situazione relativamente più favorevole, nel settore pubblico, per le donne con livelli di istruzione medio-bassi. Questi risultati permettono di considerare plausibile l’ipotesi che, anche per ciò che riguarda il premio salariale vero e proprio, il settore pubblico sia più ugualitario delle GIP. Considerando i contratti a tempo indeterminato il “premio” è maggiore nel settore pubblico che nelle GIP per le retribuzioni orarie, mentre il contrario avviene per le retribuzioni mensili. In generale si registrano risultati in parte diversi per le retribuzioni orarie e mensili, a causa di problemi di stima e di aggregazione.
I differenziali salariali tra settore pubblico e privato in Italia
DESTEFANIS, Sergio Pietro;
2018
Abstract
Nel contributo sono stati utilizzati i dati dell’indagine Structure of Earnings Survey di Eurostat (2010), per confrontare i lavoratori del settore pubblico con quelli delle grandi imprese private (GIP), considerati maggiormente comparabili con i primi, in virtù delle regole che presiedono alla determinazione dei salari, mediante i modelli di decomposizione di Oaxaca-Blinder e Ñopo. I risultati mostrano l’esistenza di un premio salariale pubblico dovuto essenzialmente al segmento femminile della forza lavoro e alle retribuzioni orarie. I dipendenti pubblici con un basso livello di istruzione godono di un maggiore premio salariale. La discriminazione di genere appare maggiore nel settore pubblico che nelle GIP. Considerando però stime disaggregate per livello di istruzione si riscontra una situazione relativamente più favorevole, nel settore pubblico, per le donne con livelli di istruzione medio-bassi. Questi risultati permettono di considerare plausibile l’ipotesi che, anche per ciò che riguarda il premio salariale vero e proprio, il settore pubblico sia più ugualitario delle GIP. Considerando i contratti a tempo indeterminato il “premio” è maggiore nel settore pubblico che nelle GIP per le retribuzioni orarie, mentre il contrario avviene per le retribuzioni mensili. In generale si registrano risultati in parte diversi per le retribuzioni orarie e mensili, a causa di problemi di stima e di aggregazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.