Dal « petit mât du pavillon de Paul et Virginie » agli alberi della foresta della Pierre d’Abraham, i luoghi raffigurati nelle opere di Bernardin de Saint-Pierre sono costellati di citazioni, solitamente tratte dal vangelo o dai grandi autori della latinità. Incise su muri, cortecce, talvolta accompagnate dalla traduzione dell’autore, talvolta ripetute in opere diverse, creano un’eco che si diffonde in tutto il suo macrotesto. Prelevate dal loro contesto originale, le citazioni subiscono un processo di ri-semantizzazione, sul quale influisce il nuovo contesto dell’enunciazione, il co-testo dell’opera e la co-presenza di altre citazioni con le quali entrano in relazione diretta o indiretta. Nella Pierre d’Abraham, per esempio, Matteo 3: 9, posto a conclusione dell’opera, chiude una sequenza di versi oraziani e virgiliani non tradotti e, per una sorta di risonanza citazionistica, rinvia indirettamente il lettore alla Profession de foi du vicaire savoyard, in cui Rousseau, autore ammirato da Bernardin e modello principale della sua “filosofia”, si serve appunto del medesimo versetto neotestamentario cui attribuisce un significato non dissimile. Attraverso l’analisi di un corpus di citazioni principalmente latine, tradotte e non tradotte, presenti nel macrotesto di Bernardin de Saint-Pierre, mi propongo di investigare, in prospettiva intertestuale, il rapporto di queste citazioni con l’ideologia dell’autore, e la funzione che questi assegna loro nell’esposizione del suo sistema “filosofico”.
Citazione e ideologia in Bernardin de Saint-Pierre
Vincenzo De Santis
2019-01-01
Abstract
Dal « petit mât du pavillon de Paul et Virginie » agli alberi della foresta della Pierre d’Abraham, i luoghi raffigurati nelle opere di Bernardin de Saint-Pierre sono costellati di citazioni, solitamente tratte dal vangelo o dai grandi autori della latinità. Incise su muri, cortecce, talvolta accompagnate dalla traduzione dell’autore, talvolta ripetute in opere diverse, creano un’eco che si diffonde in tutto il suo macrotesto. Prelevate dal loro contesto originale, le citazioni subiscono un processo di ri-semantizzazione, sul quale influisce il nuovo contesto dell’enunciazione, il co-testo dell’opera e la co-presenza di altre citazioni con le quali entrano in relazione diretta o indiretta. Nella Pierre d’Abraham, per esempio, Matteo 3: 9, posto a conclusione dell’opera, chiude una sequenza di versi oraziani e virgiliani non tradotti e, per una sorta di risonanza citazionistica, rinvia indirettamente il lettore alla Profession de foi du vicaire savoyard, in cui Rousseau, autore ammirato da Bernardin e modello principale della sua “filosofia”, si serve appunto del medesimo versetto neotestamentario cui attribuisce un significato non dissimile. Attraverso l’analisi di un corpus di citazioni principalmente latine, tradotte e non tradotte, presenti nel macrotesto di Bernardin de Saint-Pierre, mi propongo di investigare, in prospettiva intertestuale, il rapporto di queste citazioni con l’ideologia dell’autore, e la funzione che questi assegna loro nell’esposizione del suo sistema “filosofico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.