In Italia, le attività di esplorazione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in Italia, autorizzate dal Mise , si basano su differenti tipologie di titoli minerari quali i permessi di prospezione o di ricerca e le concessioni di coltivazione, Da un punto di vista geografico l’area ionica che, per prossimità territoriale, coinvolge un numero molto elevato di comuni e altrettante comunità locali, riguarda le province di Lecce, Crotone, Cosenza e Matera, anche se il Salento è l’area più esposta data la presenza di Comuni costieri localizzati fra lo Ionio e l’Adriatico . L’interesse per le attività esplorative nell’area derivano dai risultati conseguiti fra gli anni Sessanta e Novanta nelle viscere dell’Appennino meridionale, lungo la catena orientale che sfocia nell’avanfossa ionica. L’interesse per l’area, infatti, deriva dalla continuità di assetto geo-logico fra aree emerse e marine, rafforza gli esperti nella convinzione che anche nello Ionio settentrionale e meridionale, così come già acclarato in Adriatico, possano esserci canali di idrocarburi generati da accumuli di carbonati di età Mesozoica, costituiti fra i 99 e i 245 milioni di anni fa; nel Terziario inferiore sigillati da falde argillose di scorrimento appenninico, quindi da barriere coralline e da sequenze saline.
Esplorazioni petrolifere nel Mar Ionio
Teresa Amodio
2019
Abstract
In Italia, le attività di esplorazione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in Italia, autorizzate dal Mise , si basano su differenti tipologie di titoli minerari quali i permessi di prospezione o di ricerca e le concessioni di coltivazione, Da un punto di vista geografico l’area ionica che, per prossimità territoriale, coinvolge un numero molto elevato di comuni e altrettante comunità locali, riguarda le province di Lecce, Crotone, Cosenza e Matera, anche se il Salento è l’area più esposta data la presenza di Comuni costieri localizzati fra lo Ionio e l’Adriatico . L’interesse per le attività esplorative nell’area derivano dai risultati conseguiti fra gli anni Sessanta e Novanta nelle viscere dell’Appennino meridionale, lungo la catena orientale che sfocia nell’avanfossa ionica. L’interesse per l’area, infatti, deriva dalla continuità di assetto geo-logico fra aree emerse e marine, rafforza gli esperti nella convinzione che anche nello Ionio settentrionale e meridionale, così come già acclarato in Adriatico, possano esserci canali di idrocarburi generati da accumuli di carbonati di età Mesozoica, costituiti fra i 99 e i 245 milioni di anni fa; nel Terziario inferiore sigillati da falde argillose di scorrimento appenninico, quindi da barriere coralline e da sequenze saline.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.